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Paul W.S. Anderson
Resident Evil: Afterlife
Action, Horror, Sci-fi, durata: 90 min. - Germania, Regno Unito, U.S.A.
2010
Constantin Film Produktion, Impact Pictures, Sony Pictures Releasing Italia
di
Elisabetta Lanzillotti
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Di Paul W.S. Anderson, già autore dei precedenti tre film della serie ispirati al videogioco. La protagonista è ancora una volta Alice, quella vera e umana (adesso e forse, non è cambiato molto). Il film si apre alla Matrix (e così continuerà nello stile di molte lotte, del cattivo con gli occhiali scuri, nel bullet motion abbozzato) con decine di Alice-cloni che invadono e disintegrano la centrale operativa della Umbrella Corporation. Il ma d’obbligo è, di nuovo, l’intrigo alla Matrix/Terminator, secondo il quale la corporazione è ovunque, è onnisciente, ha creato un nuovo modello di guardiano con più forza, velocità e cattiveria. Un losco omone in occhiali da sole, infetto ma non non-morto con manie di grandezza. L’agente Smith della paladina Alice, al quarto film completamente umana, sarcastica, sempre ben truccata e sempre un gran bel donnino con la pistola: uno punto a favore del film, come di solito accade per le pellicole di questo genere. Stantìa da Heroes torna ancheAli Larter, esula del precedente e rispolverata con tanta lotta, poca espressività e il timido tentativo di rimpiazzare la Jovovich per almeno cinque minuti. Poi c’è Wentworth Miller. E dove lo vediamo per la prima volta? In una cella, di una prigione, e per tutto il film recita il sé stesso di Prison Break. Warning: questa recensione si basa su una banale visione bidimensionale. Anche in mancanza di una dimensione (quella più in voga del momento) si capisce benissimo dove, come e quando c’è da aspettarsela, grazie allo slow motion e all’ovvietà dell’azione e degli effetti shock desiderati.
Disastroso, apocalittico, referenziale dove non doveva, ripetitivo, apocalittico e disastroso.
VOTO: 1,5/5
Articolo del
22/09/2010 -
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