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Il vecchio detto “batti il ferro finchè è caldo” sembra funzionare alla perfezione. Almeno nel caso del remake del francese Giù al nord che, fresco di successo non appena due anni or sono, viene riproposto in chiave italica dal nostro Luca Miniero. Che ne riprende trama e sketch provando a farne un viaggio nel pregiudizio e nel luogo comune di una Italia sempre più divisa e distante. Lo fa ovviamente con tutta l’ironia necessaria per mettere a confronto due mondi, il nord e il sud della nostra penisola, e il suo tentativo sembra perfettamente riuscito, soprattutto a giudicare dall’apprezzamento avuto finora dal pubblico che ne sta decretando un successo addirittura superiore al “contemporaneo” Inception.
Alberto (Claudio Bisio), un tranquillo direttore delle poste, le prova tutte pur di ottenere un trasferimento nel centro di Milano dalla provincia, spinto soprattutto dalle ambizioni della moglie, nordista paranoica e convinta, che gira nel suo tempo libero con le ronde padane. Prova addirittura a fingersi disabile, ma per un suo maldestro errore viene scoperto e per punizione viene trasferito nel Cilento, a scontare la pena. Per un nordista pieno di pregiudizi verso i “terroni” il colpo è durissimo: armato di giubbotto antiproiettile, statuetta del duomo, dizionario “italiano-napoletano” e di tutti i possibili ed immaginabili luoghi comuni, accetta comunque il trasferimento, senza famiglia al seguito. Scoprirà rapidamente un mondo molto diverso da quello che aveva creduto, e questo cambierà la sua vita ed il suo rapporto con la moglie.
Film divertente che evidenzia le reali differenze del nostro paese, a cominciare dalla lingua: apparentemente incomprensibile per lo straniero venuto dal nord. Ma basta una cena con la gente del sud perché, una volta spiegata, quella lingua diventa non solo comprensibile ma può essere addirittura parlata con disinvoltura, e si può scoprire che al sud non si butta niente, neanche le vocali con cui si tagliano le parole, perché quelle stesse vocali serviranno per le esclamazioni. Differenza di cucina, dove al puzzolente ma ottimo gorgonzola viene contrapposta una altrettanto allettante mozzarella di bufala. Differenza di approccio alla vita: nel nord ci sono le regole, e le persone adeguano il loro ritmo di vita in base a quelle regole; al sud ci sono le persone, e sono le regole a doversi adeguare in virtù delle persone (non ha senso aprire un ufficio postale alle 8 di mattina se i primi clienti arrivano alle 11). Differenza di stati d’animo, di accoglienza dello “straniero” con tutte le attenzioni che si riservano solo agli amici (quando Alberto trova casa arredata dai suoi nuovi colleghi vorrebbe pagare, ma si sentirà rispondere che quel gesto è stato fatto per amicizia; “ma se non ci conosciamo nemmeno”, dirà loro. “Abbiamo tempo per diventare amici”, si sentirà rispondere, ma intanto quei nuovi colleghi gli hanno già offerto il loro mondo). Differenza di ospitalità: al nord si può dire un “no” deciso ad un caffè, al sud ci si offende di fronte ad un rifiuto e bisogna accettare l’invito…..
Si ride molto, dunque, ma attenzione: sotto la caricatura delle situazioni descritte, spesso e volentieri molto più vicine al reale che alla finzione cinematografica, si cela un messaggio che dovrebbe essere il punto di partenza di ogni analisi sul tema nord-sud sempre più spesso scempio del delirio di ignoranza dei nostri politici: la diversità è ricchezza, e mai e poi mai dovrebbe essere considerata motivo di contrasto o di antagonismo con chi non è esattamente come noi. Occorre solo trovare il giusto equilibrio e la giusta sintesi nelle differenze. Ed in questo film il veicolo per trovare il quell’equilibrio è affidato ad un eccellente Claudio Bisio, talmente bravo da trasmettere il suo coinvolgimento emotivo in quella straniera terra del sud anche allo spettatore più titubante. Il contorno è affidato ad un cast che funziona alla perfezione: dagli ottimi Angela Finocchiaro, Alessandro Siani e Valentina Lodovini agli straordinari caratteristi Nando Paone e Giacomo Rizzo, da ammirare perché attori di teatro prestati al cinema che riescono a rendere personaggi marginali indispensabili per la narrazione: ed in questo si vede la statura di un attore.
Evitiamo di fare confronti a cui spesso assistiamo anche in trasmissioni televisive dove per l’appunto il dibattito sul tema nord-sud viene affrontato quasi come fosse una partita di calcio, con tanto di punteggi e votazioni. Guardiamo oltre, e cerchiamo di riconoscere la ricchezza intrinseca che si cela dietro ogni cultura. Sfatiamo pertanto tutti i luoghi comuni che a nessun luogo ci portano; sfatiamo i preconcetti e i pregiudizi. Sfatiamo tutto, ma una cosa lasciatevela dire da chi ha vissuto in prima persona una storia molto simile a quella del Bisio protagonista, ed è una cosa che potrebbe non essere compresa fino in fondo da chi quell’esperienza non l’ha vissuta: il forestiero che viene al sud piange due volte, quando arriva e quando parte.
VOTO: 3,5
Articolo del
07/10/2010 -
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