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Presentato in anteprima per l’Italia il 2 novembre al Festival Internazionale del Film di Roma (dopo un’apparizione in Canada al Montréal World Film festival), The Incite Mill è l’ultima opera del maestro giapponese Hideo Nakata. Il nome del regista è familiare a molti, grazie alla fama che si è guadagnato qualche hanno fa portando alla ribalta mondiale il genere j-horror con pellicole come Ringu e Dark Water. L’incipit del nuovo film di Nakata, che ha raggiunto in patria il terzo posto tra i film più visti della settimana dopo un solo weekend nelle sale cinematografiche, ci mostra dieci sconosciuti che, in cambio dell’eccezionale retribuzione di 12,000 yen l’ora, accettano un singolare impiego: trascorrere sette giorni rinchiusi insieme, costantemente ripresi dalle telecamere di un’associazione che si occupa di ricerche ed esperimenti nel campo della psicologia. Quando un membro del gruppo viene ritrovato privo di vita il secondo giorno il gioco – e anche il film – inizia davvero, regalandoci risvolti inaspettati.
Non c’è più posto per le maledizioni e le leggende legate alle tradizioni e alle antiche superstizioni nipponiche. L’epoca degli inquietanti spettri femminili dagli evidenti problemi tricologici sembra essere ormai finita e Nakata dirige un film senza suggestioni sovrannaturali e fantasmi in forma d’infante. Nonostante sulla carta l’idea di base del film possa sembrare priva di originalità, in quanto già analizzata e sperimentata in altre pellicole come My Little Eye ad esempio (con cui The Incite Mill presenta un’indubbia analogia), il cinema del Sol Levante intende regalarci ancora qualche brivido ispirandosi ai racconti del mistero, citati spesso anche dai personaggi, insieme al nome della celeberrima scrittrice Agatha Christie a cui si fa riferimento con un’allegoria dei dieci piccoli indiani.
Con una buona prova di regia ed un certo riguardo per quell’estetica caratteristica dei film giapponesi, Nakata sfrutta l’intreccio tipico del giallo, che viene però adattato ad uno schema di stampo moderno, creando così un plot del tutto inedito che riesce a mantenere abbastanza viva la suspense con un susseguirsi di colpi di scena azzeccati. Non mancano inoltre il sangue e le scene di violenza, fisica e psicologica, che diletteranno in certa misura gli amanti dell’horror. Notevole la scenografia, d’impatto e molto curata, in cui si ritrovano gli echi di un certo tipo di fantascienza, che insieme ad una fotografia strategica e al montaggio tattico diventa funzionale alla sceneggiatura. Grazie ad una serie di piccoli espedienti, trovate innovative e citazioni – rivisitate e non – The Incite Mill riesce a difendersi bene da ogni confronto con film precedenti dal soggetto vagamente simile. Il risultato finale è un thriller interessante e di ampio respiro, di sicuro non un capolavoro che passerà alla storia, ma, tutto sommato, avvincente quanto basta e piacevole da guardare.
VOTO: 2,5/5
Articolo del
06/11/2010 -
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