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David Yates
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (Harry Potter and the Deathly Hallows- Part 1)
Avventura, Fantastico, durata: 146’ – U.S.A., Regno Unito
2010
Heyday Films, Warner Bros. Pictures / Warner Bros. Italia
di
Omar Cataldi
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Stavolta ci siamo davvero. E’ il final countdown per il mondo del maghetto miope più amato del mondo, scorrerà sangue (il suo) e lacrime (le nostre, e parecchie), nulla sarà più come prima...
Nella prima parte del nuovo Harry Potter e i Doni della Morte, il nostro eroe sta “come d’autunno sugli alberi le foglie”: è in una limbica trincea ungarettiana. L’ofidiomorfo Lord Voldemort, la cui resurrezione è nota anche ai sassi, regna col terrore e la violenza sul mondo dei maghi, scatena leggi razziali (contro chi non ha sangue magico), e pone dei suoi burattini nelle posizioni-chiave del potere. Harry e i suoi strettissimi amici e parenti devono sparire, il che li porta a vivere da vagabondi e fuggiaschi, in una ideale trincea sempre in movimento, dove non si può fare altro che attendere la zampata della Morte. L’unica, minima speranza di vittoria del Bene risiede nella ricerca e distruzione di alcuni talismani, gli Horcrux, nei quali Voldemort ha riposto pezzi della sua anima; ma Potter e i suoi non hanno alcuna idea di dove cercarli o di come distruggerli… Se non è ritrovarsi in un Limbo questo…
Quindi niente scuola, niente turrite guglie di Hogwarts stavolta: Potter, diciassettenne, dovrebbe frequentare l’ultimo anno per diplomarsi: ma la dura legge della guerra ha deciso altrimenti. Ecco perché per la prima volta lo spettatore si sente spaesato, immerso in uno strano film che si equilibra tra una disperata recherche eroica da un lato, e una scoraggiante inazione dall’altro.
Ancora il televisivo David Yates al timone, che si ritrova fra le mani un blocco marmoreo di cinque ore (opportunamente diviso in due parti, la seconda a luglio) da sbozzare con tutta la maestria possibile: per quanto non sarebbe logico soppesare criticamente un mezzo film, Yates continua a mostrare tutte le qualità degli episodi precedenti. Grande attenzione ai personaggi e alla psicologie (e la crema degli attori britannici gli va dietro con solerzia), un poco rilevante impatto visivo degli effetti speciali (eccetto un inseguimento volante iniziale), sempre maggiore grado di realistica disperazione. Sul fronte negativo restano discutibili le scelte del solito sceneggiatore, che nonostante il maggiore tempo a disposizione dato dal doppio episodio, continua a sforbiciare in maniera pesante: con disappunto dei lettori e spaesamento degli spettatori profani.
Date queste basilari caratteristiche cine-potteriane come acquisite, ci sorprendono alquanto le polemiche sollevate riguardo ad una foto promozionale di una scena del film che mostrava la colta e grintosa Hermione mentre recita un incantesimo con le mani grondanti sangue. Scandalo e anatema su tale immagine possono venire solo da chi ancora crede che Harry Potter sia una serie di film per bambini. Notizia flash: non lo è più, ma già da anni… e il Bildungsroman non è certo stato inventato ieri... VOTO: 3,5/5 (provvisorio, dato che si tratta solo di “mezzo” film)
Articolo del
25/11/2010 -
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