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In occasione del Focus sul Giappone per l'edizione 2010 della sezione Occhio sul Mondo della quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, curata da Gaia Morrione, gli astanti romani hanno potuto recuperare, tra le tante chicche proposte, anche gran parte della voluminosa e inesplorata produzione dello Studio Ghibli, il colosso di film d’animazione giapponese, che tanto ha fatto per il cinema, fondato nel 1985 da Hayao Miyazaki e Isao Takahata. La retrospettiva di undici film all’interno della sezione Focus è stato uno degli eventi più importanti del Festival di Roma perchè ha permesso di scoprire titoli ancora inediti in Italia; l’omaggio agli anime si è concluso infine con l’anteprima internazionale di Arrietty (Karigurashi no Arrietty), il nuovo film dello Studio Ghibli, esordio alla regia di Hiromasa Yonebayashi, uno dei migliori animatori dello Studio, già collaboratore de La città incantata e di Ponyo sulla scogliera.
La pellicola è tratta dal primo romanzo (sono cinque i volumi) della saga letteraria The Borrowers, classico fantasy creato negli anni Cinquanta dalla penna di Mary Norton, scrittrice di libri per ragazzi, che qualcheduno ricorderà nella trasposizione live action I Rubacchiotti (The Borrowers, 1997) di Peter Hewitt, con John Goodman.
Il delizioso gioiellino Arrietty racconta la storia di una famiglia di esseri piccolissimi, i rubacchiotti appunto, una specie in via di estinzione, che vivono procurandosi le briciole e i resti delle cose che gli uomini lasciano distrattamente in giro. I rubacchiotti non sono però dei ladri, anzi essi stessi sono convinti che le rimanenze, i rottami e gli oggetti di uso comune che trovano siano stati creati proprio a questo scopo. Protagonista della pellicola è la piccola Arrietty del titolo, che vive con la sua famiglia, alta poco più di dieci centimetri, sotto le assi del pavimento della casa dell’anziana nonna del giovane umano Sho, malato di cuore. Un giorno i due si incontreranno e scoppierà un amore impossibile...
E’ interessante vedere come questo materiale letterario, scritto in tempi non sospetti, sia stato adattato alla contemporaneità, affrontando uno dei temi chiave dell’immaginario Ghibli, l’impegno ecologista e il rapporto uomo e natura. Un messaggio intelligente, in un periodo di crisi globale, l’idea di questo mondo fantastico, abitato da un’umanità che ricicla e recupera oggetti per poi dargli una nuova vita, una filosofia che si contrappone al consumismo e allo spreco sfrenato delle zone più industrializzate. Da qui anche il bel finale aperto, con la fuga della famiglia dei rubacchiotti, che per la sopravvivenza della loro specie sono costretti, ogni volta che vengono scoperti a cambiare abitazione.
Miyazaki, da sempre affascinato dalla letteratura per l’infanzia europea, lavorava da anni a questo progetto, a lui si deve infatti il fondamentale ruolo della scrittura. Risultato è dunque un universo narrativo decisamente miyazakiano – lo stile di vita ecologista, il tema dell’infanzia, il visionario universo fantastico dei rubacchiotti, le figure femminili, il rapporto tra l’uomo e la natura – che attinge, senza forzature alla tradizione dello studio, naturalmente con tutte le differenze stilistiche apportate dalla personalità di Hiromasa Yonebayashi. Il regista costruisce un’immagine realistica e elegante, giocando con i colori e le atmosfere incantate della splendida natura giapponese. Gli argomenti sono rafforzati da bellissime scenografie e dalla cura degli sfondi rigorosamente dipinti a mano, ricreando quelle suggestioni e quelle atmosfere che tanto hanno caratterizzano la filosofia dello Studio. Ogni volta che lo Studio Ghibli realizza un nuovo progetto riesce sempre a conservare inalterata la sua identità unica. Insomma sembra proprio che Ghibli, quel vento caldo nel mondo dell’animazione giapponese di altissima qualità, continui ancora a soffiare pellicole senza età, consegnandoci un film per grandi e per piccini!
VOTO: 4/5
Articolo del
21/12/2010 -
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