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Sembra l’altro ieri, ma in realtà sono già ben dieci gli anni trascorsi da quando (diciamolo: un po’ a sorpresa) Ti presento i miei, forte di una sceneggiatura brillante, una comicità spassosa pur senza alcuna pretesa di cerebralità, e soprattutto di un inedito e strepitoso Robert De Niro convinse il pubblico e soprattutto la sempre esigente critica.
Un lavoro inatteso, divertente ed estremamente godibile anche a distanza di tempo quello diretto da Jay Roach, e successo suggellato dall’incasso formidabile di 330 milioni di dollari a fronte dei 55 di budget. Insomma, una nuova gallina dalle uova d’oro da sfruttare. Cosa puntualmente avvenuta, quando quattro anni dopo si ritenta la formula vincente aggiungendo al cast già eccezionale anche due star di primo piano come Dustin Hoffman e Barbra Streisand. Il risultato però, questa volta in linea con le attese, delude. Non mancano, certo, le gag divertenti, ma a livello complessivo la seconda pellicola risulta stanca e quasi poco “sentita” dall’intero cast. L’unica soddisfazione viene, ancora, dagli ottimi risultati al botteghino; ma la sensazione è che il limone sia stato spremuto fino in fondo.
Capitolo chiuso, dunque? Nient’affatto, perché sei anni dopo e un po’ a sorpresa, si riprova il colpaccio. Budget più che raddoppiato, nuovo co-sceneggiatore (Larry Stuckey al posto di Jim Herfeld) , nuovo regista (con Paul Weitz che rimpiazza Jay Roach, il quale comunque rimane in produzione) e soprattutto una nuova star sulla cresta dell’onda (una Jessica Alba in versione gatta morta). Si tenta perciò di rinfrescare la formula, dove l’aggiunta dei figli (i Little Fockers del titolo originale) è poco più che un mero pretesto, sperando che l’interplay tra Ben Stiller e De Niro garantisca ancora quella mezza dozzina di battute in grado di richiamare famiglie, nonni e nipoti al cinema con conseguenti facili incassi. Mai troppi in un periodo di magra come quello che sta attanagliando quasi tutte le case di produzione hollywoodiane. Far parte o meno del fantomatico cerchio della fiducia, resistere alle strampalate ossessioni del vecchio agente della CIA in pensione ecc..ecc.. Il plot è lo stesso di sempre, ma le risate stavolta sono stentate quasi quanto l’incidere di Jack Byrnes: sempre più imbolsito e fallibile. Tra il rischio divorzio della saldissima coppia Greg-Pam e i problemi al cuore del vecchio capofamiglia, in realtà il pubblico esulta più all’apparizione del tenero Sfigatto in un festival di noia e grandi attori sprecati.
Lasciamo casa Byrnes-Fotter con l’amaro in bocca stavolta, sperando di non dover tornare più a bussare nuovamente al loro portone.
VOTO: 1,5/5
Articolo del
19/01/2011 -
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