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L’anime giapponese Yattaman datato 1977 e approdato sugli schermi nostrani nella prima metà degli anni ottanta non ha mai subìto gli acciacchi del tempo. Questo celeberrimo cartone animato è stato in grado di entrare nel cuore di ben due generazioni di spettatori lasciandovi un segno indelebile. Ne sono la prova la sua longevità, le ripetute messe in onda di questa serie e le tonnellate di merchandise che ancora oggi vanno letteralmente a ruba nei negozi specializzati. Perché quei bambini che sognavano davanti alla tv guardando Yattaman ormai sono cresciuti ma non vogliono far mancare nella loro vita da adulti “un pezzo” di quel magico mondo a cui si sentono ancora tanto legati. La chiave della popolarità e del successo di questo anime risiede nella sua capacità di rimanere attuale nonostante il trascorrere degli anni. A celebrare ed immortalare definitivamente la gloria di questo evergreen arriva nel 2009, dopo una lunga e tribolata attesa fatta di annunci, notizie ufficiose, smentite e voci non sempre confermate, un film vero e proprio.
Lo spietato e misterioso Dokrobei è costantemente alla ricerca dei frammenti della Pietra Dokrostone, tesoro dallo sconfinato potere che una volta riunito potrebbe portare alla distruzione del mondo. Per raggiungere il suo scopo il perfido Dokrobei fa sparire un archeologo venuto in possesso di una delle parti mancanti della pietra e affida il recupero degli altri pezzi al trio Drombo, capitanato da Miss Dronio. La spregiudicata e bellissima donna in maschera, insieme ai suoi maldestri tirapiedi si aggira per il pianeta su buffi robot muniti delle armi più bizzarre, ma deve vedersela con i suoi nemici di sempre: Ganchan e Janet, due giovani fabbricanti di giocattoli che possono trasformarsi rispettivamente in Yattaman 1 e Yattaman 2, una coppia di paladini pronti a difendere la giustizia e ad andare in soccorso della figlia dell’archeologo.
A farla da padrone in questo gigantesco parco giochi su pellicola è Takashi Miike. Regista considerato prima di nicchia, poi di culto, ha raggiunto ormai una fama che non conosce alcun tipo di limite, proprio perché lui per primo di limiti alla sua creatività e al suo talento visionario non ne ha mai posti. Al film non poteva capitare sorte migliore, dato che Miike ha già dato prova numerose volte in passato di essere uno tra cineasti più versatili di sempre, ma soprattutto di essere in grado di trasformare un rifacimento in opera sensazionale e di altissimo livello. Il film da lui diretto infatti ripropone quella che era la dinamica di ogni episodio dell’anime lasciandola pressoché intatta. La pellicola riproduce fedelmente tutti gli elementi presenti nel cartone animato originale, con una cura maniacale per ogni più piccolo dettaglio e l’impiego del grandissimo ventaglio di possibilità offerto dalle moderne tecnologie oggi disponibili, che vengono sfruttate con sorprendente maestria in modo da lasciare inalterate l’atmosfera scanzonata , la comicità infantile e un po’ demenziale del cartoon e il suo inconfondibile stile naif. Il vero tocco da maestro sta nello strabiliante risultato ottenuto conservando con rispetto quasi reverenziale tutte le caratteristiche succitate che però vengono spettacolarizzate e portate ad un livello superiore. Yattaman – Il film si avvale di un mix di tecniche diverse perfettamente combinate tra loro, che vanno dai sofisticati effetti visivi e speciali realizzati digitalmente, ai piccoli inserti realizzati in animazione old school usati per degli spassosissimi siparietti didascalici che spesso comparivano anche negli episodi dell’anime. Di quest’ultimo in realtà non manca praticamente nulla. Tutto ciò che ha contribuito a renderlo celebre per tre decenni lo si può ritrovare nel film, migliorato ed esaltato da una luce nuova. Anche i fan più accaniti troveranno difficilmente qualcosa di cui lamentarsi perché quella di Miike è un’opera di restauro fatta con umiltà in chiave moderna. Il regista ci riconsegna uno Yattaman tirato a lucido, divertentissimo ma scattante come un action movie, arricchito da scenari mozzafiato e giocosi che fanno da sfondo ai combattimenti dei mitici robot sgangherati e pasticcioni e agli immancabili stacchetti musicali che da piccoli abbiamo imparato a memoria improvvisandoci esperti di lingua giapponese. Yattaman – Il film è un regalo prezioso per gli appassionati del genere, fatto da un eterno fanciullo un po’ folle che lo ha impreziosito aggiungendo una grafica meravigliosa ed accattivante e una lettura in alcuni tratti più matura, soprattutto quando viene finalmente sdoganata quella tensione sessuale e sentimentale che nel cartone era latente, ma solo fino ad un certo punto. Probabilmente non è consigliabile la visione da parte dei più piccini, ma anche i neofiti dovrebbero concedersi la possibilità di godere di questo spettacolo e i seguaci più snob di Miike, se dovessero mai riuscire a levarsi la puzza da sotto il naso, saranno più che accontentati, in modo particolare nella parte conclusiva.
VOTO: 3,5 / 5
Articolo del
28/01/2011 -
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