|
Héléna: “Nessuno sa come sono dentro, la dimensione dei miei organi, la forma, la traiettoria dei miei vasi sanguigni. Se ho più ossa o meno muscoli…” (Da Le sentiment de la chair, Roberto Garzelli)
Se si tentasse di fare un elenco degli argomenti che costantemente si sono confrontati con il cinema, il sentimento amoroso raffigurerebbe senz’altro una delle tematiche dominanti. La produzione cinematografica sin dai suoi inizi ha tratto ispirazione per le sue storie dall’amore, spesso declinato nella chiave di amore folle, infuocato e capace di generare gesti eccessivi. Un’originale storia d’amour fou, che si fa spazio fra le pagine della storia del cinema contemporaneo, è l’esordio nel lungometraggio di finzione di Roberto Garzelli con Le sentiment de la chair. Cineasta italiano ma francese d’adozione, prima di scrivere e dirigere questo lungometraggio aveva alle spalle un lungo curriculum di assistente al montaggio, tra cui I love you e Il banchetto di Platone, di Marco Ferreri, e in effetti a ben vedere, la sua narrazione, visivamente, ci ricorda un certo gusto per l’eccesso alla Ferreri.
Presentato fuori concorso nella quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione L’altro Cinema - Extra, quella curata da Mario Sesti che raccoglie il cinema più sperimentale e fuori formato convenzionale, Le sentiment de la chair, è a nostro modesto parere uno dei pochi film di questi ultimi anni presenti sul mercato, davvero in grado di dire qualcosa di singolare e degno di attenzione sul tema dell’amore fou. Follia d’amore che inghiottirà Héléna, studentessa di disegno anatomico, e Benoit, medico e anche professore di radiologia alla facoltà di medicina; i due protagonisti si conosceranno durante un esame medico, ed è proprio da qui, da una radiografia, che si materializzerà una delle più intense, appassionate e estreme storie d’amore del cinema contemporaneo, perchè la loro reciproca ossessione per il corpo umano e per i suoi organi interni non visibili ad occhio nudo, accenderà un sentimento irresistibile ma anche molto inquietante e autodistruttivo.
Garzelli ha avuto il grande pregio di rinverdire un vecchio modello narrativo senza mai sbiadirlo, sminuirlo o schernirlo.
Un film come Le sentiment de la chair ha la capacità di spiazzare lo spettatore per come la follia amorosa viene visivamente presentata all’interno della narrazione. Il regista italiano per esaltare l’ossessione sceglie di raccontare la storia da un punto di vista particolare: con piglio critico lavora sul corpo, sulle sue parti più celate e nascoste, ma con estrema saggezza non lo riduce a materia, alla sua superficialità, ma utilizza il corpo, al contrario, come l’elemento più sacro, per sottolineare in maniera fine e mai forzata la sua interiorità, riuscendo effettivamente a cogliere il sentimento della carne preannunciato dal titolo (vedi la scena in cui Benoit è colto da un raptus di gelosia paradossalmente solo perché uno studente di medicina sta guardando una radiografia di Héléna). “Io non voglio avere nessun segreto da te” afferma Héléna a Benoit; sembra proprio che i due giovani amanti non possano amarsi sinceramente senza conoscersi anche nella più nascosta profondità anatomica, devono guardarsi dentro attraverso tac, radiografie, raggi x, interventi chirurgici perchè la nostra identità è composta dall’intero corpo e ognuno è unico. Avendo a che fare, appunto, con il sentimento della carne, era necessario che l'autore raccontasse lo sviluppo di questa storia utilizzando un linguaggio formale e verbale totalmente realistico, improntato sul corpo e sul suo apparato. Abbondano così i nervi, i fasci muscolari, gli organi interni, le ossa e il sangue e si condensano di significato, acquistando, inquadratura dopo inquadratura, una sconvolgente potenza visionaria. Il tutto viene raccontato dribblando qualsiasi caduta nei territori della retorica pruriginosa e voyeurista tipica di certe storie sentimentali perché ogni immagine alla fine rinvia all’autenticità della pulsione verso l’essere amato e a un limpido sguardo di regia anche nelle scene di sesso.
Le sentiment de la chair raggiunge alte vette poetiche che si concludono nel culmine di follia che è la sequenza finale: sopraffina, straziante, espressiva, estrema e nella quale i due attori si uniscono intimamente nella loro maniera assoluta.
VOTO: 4/5
Articolo del
04/02/2011 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|