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Jonathan Liebesman
World Invasion (World Invasion: Battle Of Los Angeles)
Azione, Fantascienza, durata: 116’ – U.S.A.
2011
Columbia Pictures, Original Film / Sony Pictures Releasing Italia
di
Omar Cataldi
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Di film sulle invasioni aliene se ne sono visti tanti: talmente tanti da desiderare che gli extraterrestri arrivino davvero, e la facciano finita una volta per tutte con l’umanità e con lo spreco indiscriminato di tanta preziosa pellicola cinematografica. World Invasion però vuole giustificare questo ennesimo tassello del tanto temuto/agognato sbarco degli omini verdi mostrandoci il punto di vista degli umani che sicuramente avranno l’onere del primo contatto: i militari, meglio ancora, i marines.
Come da titolo originale, la pellicola mostra da vicino le mosse di una compagnia di marines in azione in una Los Angeles resa pressoché irriconoscibile e disabitata da un fulmineo blitzkrieg alieno. Un sergente alle porte della pensione e con una dolorosa perdita di commilitoni alle spalle (il volto sempre gradevole e onesto di Aaron Eckhart) si ritroverà in una missione di soccorso disperata, tagliato fuori da ogni supporto: ma i suoi cruenti scontri contro gli alieni lo porteranno nella privilegiata posizione di capire i loro punti deboli, e forse, di far di nuovo pesare la bilancia a favore degli umani.
Come ogni film di oggi in cui vengano rappresentate delle concitate azioni militari di fanteria, non si può prescindere dalla telecamera a mano: coinvolge immediatamente lo spettatore con un forte senso di documentazione del reale. Senso però parzialmente vanificato da una fotografia nitida e solare, davvero “losangelina”, che alla fine riporta alla mente che siamo di fronte a nient’altro che milizie hollywoodiane. Oltretutto il vecchio trucco di nascondere il più possibile l’aspetto degli alieni (utilizzando di tutto, dai fumogeni al montaggio esagitato) è economicamente duro a morire, certo, ma difficile da giustificare sotto l’impietoso sole californiano.
Dove il denaro di Hollywood non è certo stato risparmiato è negli ambienti: la Los Angeles distrutta è davvero impressionante nell’accuratezza con cui edifici, strade, automobili, sono state meticolosamente danneggiati allo scopo del film. Anche di fronte, come in questo caso, ad una storia tutto sommato prevedibile, basta riflettere su questo per apprezzarne l’impegno. Forse il direttore sudafricano Jonathan Liebesman avrebbe voluto muoversi sulle tracce del suo compatriota Neill Blomkamp, e realizzare qualcosa di memorabile alla District 9, ma non è riuscito a fare quel salto che divide la routine dal gioiellino. E’ sempre più difficile per i film di fantascienza restare nella memoria degli spettatori oltre il tempo della digestione dei popcorn.
VOTO: 2/5
Articolo del
02/05/2011 -
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