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Terrence Malick vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes con un film titanico, di fronte al quale il nostro sguardo di spettatori rimane attonito. L’albero della vita, immagine e realtà, cresce centrale in un inno polifonico sulla creazione, la vita, la morte, il senso del tempo e delle cose.
Jack (Sean Penn), da sempre diviso tra l’autorità e l’orgoglio del padre (Brad Pitt) e la dolcezza della madre (Jessica Chastain), tra innocenza e violenza, natura e grazia, guarda indietro agli anni della sua crescita nella provincia texana degli anni Cinquanta e si interroga sul senso della fine. Le dinamiche psicologiche all’interno della famiglia, in particolare quelle relative all’evento traumatico della morte prematura di uno dei due fratelli di Jack, sono legate all’esplorazione di temi universali e agli stessi movimenti magmatici della formazione del mondo. A comporre la sinfonia della vita e della morte, della creazione come della fine, oltre alla poderosa colonna sonora di Alexandre Desplat concorrono alcune domande filosofiche, sintetiche, folgoranti, lanciate dalle voci off dei personaggi a bucare il silenzio di Dio come l’indifferenza della natura. La scenggiatura, scritta dallo stesso Malick, si schianta in densi frantumi contro la potenza sorgiva delle immagini. Ogni gesto, anche il più banale e quotidiano, trova una profondità vertiginosa, e il dolore diventa un ponte per interrogare altre dimensioni.
Il film è un’avventura dello sguardo e un viaggio del ricordare. Malick azzarda e spinge la visione laddove da tempo lo spettatore non è più abituato ad essere condotto. La lezione dei cineasti del passato e la potenza di una visione originaria, quasi primitiva, sono assorbite in immagini dense e impossibili, mastodontiche.
In questa avventura impervia e radicale ci si può sentire scomodi, e si può essere a disagio con l’estremo abbandono alla grandezza e alla meraviglia che l’arte di Malick esprime; ma è proprio in questo disagio rispetto al sublime, che va trovata la chiave del senso e la posizione che questo film occupa nel contemporaneo.
Grandiosi gli interpreti. Non dimenticheremo facilmente la levità di Jessica Chastain, così come la presenza dei tre giovani esordienti (Hunter McCracken, Laramie Eppler, Tye Sheridan ) e Sean Penn in stato di grazia.
VOTO: 5/5
Articolo del
25/05/2011 -
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