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Rob Marshall
Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare (Pirates Of The Caribbean: On Stranger Tides)
Azione, Avventura, durata: 141’ – U.S.A.
2011
Jerry Bruckheimer Films, Walt Disney Pictures / Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
di
Omar Cataldi
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Quarto episodio in otto anni per lo squinternato pirata Jack Sparrow e il suo marinaresco mondo del ‘700 fatto di avventure sovrannaturali, contorta comicità nonsense e acrobatici momenti sospesi tra Errol Flynn e lo slapstick. In pochi avrebbero immaginato che una saga potesse nascere da un blockbuster fracassone ispirato ad un’attrazione di un lunapark disneyano, oltretutto su un genere, quello piratesco, abbandonato da decine di anni.
Ma arrivò Johnny Depp, che seppe creare un personaggio con in fiocchi (che lo trasformò da attore impegnato a star mondiale dal giorno alla notte) e nacque il mito. Ora, a ben guardare, Jack Sparrow non era concepibile nemmeno come protagonista: con la sua comicità stralunata aveva tutte le caratteristiche della spalla più che dell’eroe. Il nucleo narrativo principale dei primi tre episodi (ma del primo in particolare) era più attribuibile alla storia del giovane fabbro Will e dell’amata fanciulla nobile Elizabeth (Orlando Bloom e Keira Knightley), che non al vagabondare di un poco credibile pirata.
Conclusosi il ciclo dei due giovani amanti col terzo episodio (peraltro con un finale sorprendentemente struggente), non c’era motivo di far ritornare quei personaggi, il ciclo narrativo principale si era concluso: e qui iniziano i problemi. Difficile immaginare un quarto episodio con un Jack che porta avanti la storia da solo, in una saga talmente vorticosa, rutilante di personaggi (e “affogata” da pesanti effetti speciali) da risultare faticosa da seguire nei suoi snodi.
Ma evidentemente sceneggiatori e produttore (sempre gli stessi) si sono resi conto del problema Sparrow e soprattutto dell’elefantiasi di cui soffrivano gli ultimi due episodi e hanno sforbiciato parecchio. Con un nuovo regista al timone, Rob Marshall (Chicago), forte della sua esperienza nel teatro musicale, tutto rinasce con una ritrovata leggerezza.
La trama certo, è sempre pretestuosa: la ricerca della Fonte della Giovinezza (un topos dell’Avventura). Ma è il motore dell’azione che fa convergere un pugno di personaggi (stavolta pochi) verso la meta: la ex di Sparrow, la spagnola Angelica (un’ambigua Penélope Cruz), il padre di lei, Edward “Barbanera” Teach (il pirata storico più celebre, qui arricchito da elementi sovrannaturali), e la vecchia conoscenza Barbossa, ora al servizio della Corona (gradito ritorno per Geoffrey Rush).
Messe al bando intere ciurme di creature digitali, la narrazione risulta spedita, piana e comprensibile, la comicità godibile (la chimica tra i vari protagonisti è eccellente), l’avventura garantita. Forse il tocco teatrale del nuovo regista riesce ad influire positivamente, oltre che il vantaggio per lo spettatore di assistere ad una vicenda autoconclusiva, senza grossi riferimenti agli episodi precedenti, e senza strascichi che lascino prevedere un sequel (anche se ci sarà, eccome!). Bentornato, Jack...
VOTO: 3,5/5
Articolo del
26/05/2011 -
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