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IL GIUDIZIO DEL DETRATTORE Il ritorno dei nostri fantastici quattro, con Todd Phillips sempre al timone per bissare il successo di pubblico del primo episodio. Dopo la parentesi mal riuscita di Parto col folle, il regista di Starsky & Hutch non guadagna in fantasia, regalandoci un secondo dopo sbornia (per parafrasare il titolo originale), tale e quale al primo. Stessi protagonisti, stessa struttura. Phil, Alan, Doug e Stu nonostante le iniziali reticenze di quest’ultimo, prossimo al matrimonio con una ricca ragazza thailandese, si imbarcano in un altro addio al celibato, ora in quel di Bangkok, coadiuvati dallo stesso cinese pervertito incrociato a Las Vegas. Si risvegliano storditi (come nel primo episodio), non ricordando la notte di bagordi (idem), accorgendosi di aver perso un pezzo (come sopra, stavolta si tratta del fratello della sposa), dovendo affrontare le ennesime disavventure per trovare il pargolo disperso e presentarti puntualmente alla cerimonia (che novità). Che terminerà, ovviamente, con il ritrovamento delle foto di rito, a raccontare le peripezie notturne. Phillips batte il ferro ancora caldo, senza sprecarsi in originalità di script (è anche co-sceneggiatore), e senza faticare in regia. Il film si volta indietro, a due anni fa, e si dirige da solo: prendi il primo episodio di successo, copialo cambiando le battute e (poche) situazioni, e hai già pronto il sequel. Voto zero per l’originalità.
IL GIUDIZIO DEL SOSTENITORE Chi di voi, dopo il The Hangover, non ha detto ai suoi amici “Il primo che si sposa, organizza l’addio al celibato a Las Vegas!”? Ecco, se questa cartuccia l’avete già sparata (e beati voi), sappiate che al secondo futuro marito tocca la volta del sud-est asiatico, alla faccia della crisi internazionale. Dopo il riuscitissimo ed esilarante primo episodio, non aspettavamo altro che un degno seguito, ed eccoci accontentati. Il cast torna al completo, Bradley Cooper ha la solita faccia da schiaffi (non per niente era Sberla nell’A-Team), Zach Galifianakis, il solito barbuto fisico per il ruolo (ed è certamente il migliore), Ed Helms il solito corpo da martoriare con pinze e aghi, e via dicendo per gli altri. Si ride dalla prima all’ultima inquadratura, battute e situazioni mai esageratamente volgari (e quando lo sono, ci sta, ditemi il contrario e vi tiro fuori Boldi e De Sica), una scimmia che fuma ed un tatuaggio alla Tyson. Un altro cocktail micidiale, perfetto per una serata in compagnia. Affiatatissimo il trio protagonista, che si sottopone all’ennesima notte molesta (anche fisicamente, eccome!) per dare forma alle più sfrenate fantasie disinibite per un festeggiamento fuori dal comune. E il giorno dopo vi risveglierete felici come dopo una sbronza. Voto dieci per le risate.
IL GIUDIZIO SOPRA LE PARTI Chissenefrega se il film è strutturalmente uguale al primo. Fa morire dal ridere, ed è questo quello che conta, senza se e senza ma. Obiettivo raggiunto. Certo, se dovessimo immaginarci un terzo capitolo, sarebbe meglio inventarsi qualcosa di nuovo. Ma non trovo un solo motivo per sconsigliarvi la visione di questa sana goliardata. Non si rideva così dai tempi di... Una notte da leoni! Breve apparizione di Paul Giamatti, e divertente cameo (scoprite voi di chi) nel finale.
VOTO: 3/5
Articolo del
30/05/2011 -
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