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Zack e Miri sono amici sin dai primi anni sui banchi di scuola. Si conoscono da una vita, non hanno segreti l’uno per l’altra, sembrano aver trovato una perfetta sintonia in barba a chi nega la possibilità dell’amicizia tra uomini e donne. Dividono tutto, anche lo sgangheratissimo appartamento e i debiti che continuano ad aumentare. Quando si rendono conto di non poter più pagare bollette e affitto, invece di disperarsi o lavorare sodo, decidono di fare soldi facili realizzando un porno amatoriale.
Probabilmente quando il giovane e coraggioso Kevin Smith tentò in maniera strampalata ed inedita di ritrarre una generazione attraverso il suo film di debutto nei primi anni ‘90 non era neanche lontanamente consapevole di cosa avrebbe finito per creare e rappresentare anche per le generazioni successive. Clerks, piccolo film underground in bianco e nero, è diventato inaspettatamente un cult, che ha però influito pesantemente su tutta la cinematografia del regista, generando dei veri e propri tormentoni che ha continuato a riproporre in tutte le sue pellicole. Zack e Miri – Amore a primo sesso, sugli schermi nostrani quest’estate ma targato 2008, non fa eccezione. Ritroviamo alcuni degli storici compari del cineasta e delle sfiziose guest star. Sotto una certa ottica i due protagonisti possono ricordare la coppia i due commessi di Clerks, lavativi, sboccati, squattrinati, frustrati. Troppo impegnati a convincersi di essere migliori di altri e a fare gli sbruffoni per rendersi conto di non aver mai avuto uno scopo. Troppo arroganti, frivoli e impiccioni per raggiungere qualche obiettivo nella vita e affrontare la realtà in maniera seria e adulta. A quanto pare i tempi sono cambiati, anche se i problemi e l’atteggiamento di base con cui li si affronta sembrano essere rimasti gli stessi.
Il titolo scelto per la tardiva distribuzione italiana di questo film è completamente diverso dall’originale ma non è fuorviante, anzi svela già che nella storia di Zack e Miri irromperanno sesso e amore. Quello che però non bisogna assolutamente dimenticare è ciò che viene detto in maniera diretta e serafica dal vero titolo, cioè che Zack e Miri fanno un porno. Perciò non fatevi ingannare: questa non è una commedia romantica. Non lasciatevi incantare neanche dai boccoli biondi di Miri, dal suo sorriso, dai suoi occhioni azzurri e da alcuni tratti del suo personaggio che sembrano far eco alla Meg Ryan di una certa tipologia di film tanto blasonati, perché non ha molto a che fare con quello che andrete a vedere. Probabilmente Kevin Smith ha voluto inserire una sorta di omaggio o rivisitazione personale delle suddette pellicole all’interno di una commedia fatta a modo suo. Ovviamente non si tratta nemmeno di un film porno, ma è di quello che si parla, quindi qualsiasi cosa accadrà a Zack e Miri avrà per scenario il set di un film porno casalingo, girato con mezzi di fortuna, popolato da strambi personaggi dalla dubbia condotta morale. La componente della commedia romantica sopraggiunge solo quando la storia è già ben avviata, ma non trasforma del tutto il film. La natura scanzonata e pecoreccia e la svolta sentimentale si intrecciano senza mai fondersi l’una con l’altra. La volgarità apparentemente fine a se stessa, le scene esplicite e spinte, il linguaggio scurrile sono lo strumento con cui una sceneggiatura non molto brillante riesce comunque a creare situazioni comiche efficaci, a far ridere e divertire, ma per godere del film bisogna essere avvezzi a questo stile, che vorrebbe essere di nicchia, senza riuscirci del tutto, e non rientra neanche nella categoria “di cassetta”.
Guardare e giudicare questo film ponendo come termine di paragone Clerks è un atteggiamento ingiusto. Siamo onesti: per aspettarsi una chicca in grado di competere con l’ineguagliabile opera prima di Smith ci vuole davvero tanta immaginazione. Forse molta di più di quella che resta a disposizione di un ex enfant terrible dopo aver inaspettatamente creato qualcosa d’ineguagliabile. Riuscire a superarsi o anche solo a rimanere a quei livelli è un’impresa titanica in cui riescono unicamente coloro destinati all’olimpo del cinema.
VOTO: 2,5/5
Articolo del
06/06/2011 -
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