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Due irriducibili nerd e un alieno. Semplice e immediato. Forse non particolarmente originale, ma le potenzialità comiche del presupposto ci sono, eccome. Considerata inoltre la verve consolidata del duo Simon Pegg e Nick Frost, qui anche in veste di sceneggiatori, e la presenza in cabina di regia di Greg Mottola, ormai a suo agio nel confrontarsi con personaggi “al limite”, il risultato sembrava scontato. Peccato che la messa in atto del soggetto e le buone carte a disposizione non abbiano esaudito le aspettative.
Graeme Willy e Clive Gollings, arrivati dall'Inghilterra per partecipare al Comic-Con di San Diego, decidono di intraprendere un viaggio che toccherà le più importanti tappe del Grand Tour dell'ufologia statunitense. Fino a che sulla loro strada non si frappone Paul, un alieno in fuga. Sboccato, vizioso, logorroico e decisamente schietto, il piccolo essere verde rappresenta il tipico esempio di ribaltamento dei ruoli, dove i veri “alienati” sono gli esseri che popolano questa terra. In effetti, la pletora di personaggi secondari costituisce la vera essenza demenziale della pellicola, nel bene e nel male. A questo proposito basti citare l'irresistibile coppia di poliziotti decerebrati, accompagnati da un vero duro (Jason Bateman). Mentre Ruth, la ragazza puritana e repressa sequestrata durante il viaggio, risulta un personaggio fin troppo squadrato.
Dove invece la scrittura colpisce per efficacia ed equilibrio è nel tratteggio della coppia protagonista. Graeme e Clive acquistano infatti lo spessore di personaggi a tutto tondo, isolati in quanto fruitori compulsivi di un genere discriminato, ma non per questo semplici macchiette con l'unico scopo di divertire il pubblico. Proprio in questo frangente emerge non solo l'affetto profuso da parte dei due autori – e attori – nel costruire i personaggi principali, ma anche la mano del regista. La medesima delicatezza e comprensione con cui Mottola aveva accompagnato la vicenda dei ragazzi all'interno del parco divertimenti di Adventureland, si ravvisa ora, anche se in misura minore, nel percepire il disagio e la fragilità di Graeme e Clive.
Paradossalmente, alla fine di questa breve disamina, il vero punto debole è proprio Paul. Sicuramente il lavoro sul doppiaggio e la traduzione hanno peggiorato di molto questa sensazione. La scelta di affidare la voce dell'alieno a Elio, alla luce dei risultati, appare poco ponderata. Tuttavia non basta questo a giustificare le carenze della figura comica più importante, della quale si avverte un certo grado di stonatura. Per quanto sboccato e privo di tatto, Paul ricorda più un trombone che cerca in tutti i modi di apparire giovanile, dispensando consigli e punti di vista da facilone cosmico. Un grillo parlante che fuma l'erba è pur sempre un grillo parlante. Purtroppo, la cattiveria insita nel personaggio viene così annacquata, pregiudicandone le potenzialità.
Sia chiaro, non mancano momenti di squisita ilarità, grazie anche al ritmo crescente, calibrato con sapienza nel corso della trama. Verranno esauditi anche coloro che si aspettano la celebrazione della fantascienza e dei suoi accoliti. In questa pellicola l'eterna lotta tra fede e scienza trova finalmente un vincitore, inutile dire quale. Ciononostante i pochi meriti circoscritti non dissipano un dubbio generale sul film nel suo insieme. La brillante premessa non ha dato i frutti sperati.
VOTO: 2/5
Articolo del
10/06/2011 -
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