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Matthew Vaughn
X-Men: L’inizio (X-Men: First Class)
Azione, Fantastico, durata: 132’ – U.S.A.
2011
Bad Hat Harry Productions, Donners' Company, 20th Century Fox Film Corporation / 20th Century Fox
di
Omar Cataldi
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Tornano gli X-Men, tornano gli eroi mutanti che operano ai margini della società, che proteggono un’umanità che li disprezza. Il successo americano di questo supergruppo fatica a scemare, perché va di pari passo con un mondo che continua a discriminare: il giorno in cui cesseranno le disuguaglianze (utopia?) i fumetti degli X-Men cesseranno di esistere… Dato che tale momento sembra essere ancora lontano, Hollywood e casa Marvel possono continuare a sfornare ottimi prodotti come questo.
Dopo l’ottima trilogia iniziata da Bryan Singer e conclusa da Brett Ratner, e una deludente pellicola dedicata al membro preferito della squadra, Wolverine, la saga torna a volare alto... con un prequel, primo di una nuova, probabile triade di episodi. Dirige il bravo Matthew Vaughn (già autore di Kick-Ass, puro decostruttivismo supereroistico): l’obiettivo è quello di mostrare l’embrione del team, quarant’anni prima di quello che conosciamo, la giovinezza del suo carismatico fondatore, il genetista Charles Xavier (ancora capelluto e non paralitico), nonché del futuro flagello dell’umanità, il nietzschiano Magneto.
Il film si centra soprattutto su questi ultimi personaggi: entrambi mutanti (potentissimi), e sulle loro idee riguardo alla convivenza con gli umani. Da un lato Xavier, idealista e pacifista, dall’altro il punto di vista amaro, pessimista e suprematista del giovane Magneto: un po’ Martin Luther King contro Malcolm X, hanno detto molti. E non a caso il film è ambientato nell’America kennediana dei primi Sessanta, che vide molti schieramenti più o meno tesi e minacciosi: bianchi contro neri, missili U.S.A. contro missili sovietici, supereroi realistici e sofferenti (la pubblicazione degli X-Men cominciò proprio allora) contro supereroi granitici e rispettosi dello status quo.
Va detto subito: tutto finirà male (come spesso accade nella realtà). I leader afroamericani verranno uccisi, la crisi dei missili russo-cubani porterà a quasi trent’anni di ostili muri, i supereroi gretti e problematici si sostituiranno a quelli conservatori ed escapisti nel cuore dei lettori. Ma tutta questa tragedia è linfa vitale per i tormentati X-Men: la vena tragica è sempre stata insita in questi supereroi, e Vaughn sa farla emergere. Tuttavia non mancano certo i momenti divertenti e ludici (un pretestuoso e ruffiano cameo di Wolverine farà sbellicare gli spettatori)... in fondo stiamo parlando degli psichedelici anni ’60.
Una gustosa sorpresa il cast, sangue giovane per un ottimo punto di partenza: menzioni speciali per il superplayboy Kevin Bacon, e soprattutto per i villains in pectore, Michael Fassbender/Magneto (Bastardi senza gloria) e Jennifer Lawrence/Mystica (Un gelido inverno)… faranno strada.
Se delle obiezioni si possono sollevare sul film, forse è bene accennarle, ma allo spettatore non specializzato importeranno ben poco. La fretta con cui vengono trattati alcuni snodi psicologici importanti nella narrazione sembra essere tipica di molti blockbuster che vogliono lasciare spazio all’azione e alla spettacolarità: giustifichiamola dicendo che, trattandosi di una trilogia, i realizzatori avranno deciso di approfondire questi aspetti più avanti. Secondo: forse gli spettatori nerd resteranno delusi nello scoprire alcune incongruenze più o meno grandi che contraddicono quanto visto nella trilogia originale. Niente paura: a ben guardare, le rettifiche successive ad una storia primaria già stabilita esistono da sempre nel fumetto supereroistico, si chiamano retcons. Calmiamoci tutti e godiamoci il film.
VOTO: 4/5
Articolo del
14/06/2011 -
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