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La prima volta che si entra in sala per vedere Transformers, per quelli cresciuti con i cartoni animati e abituati a Commander, è un'emozione unica, finalmente qualcosa di nuovo che riporta in auge le emozioni d'infanzia delle vecchie generazioni creandone, allo stesso tempo, delle nuove per chi era troppo piccolo o non era ancora nato per vedere i cartoni animati dell'epoca.
Il primo film è già successo prima di uscire nelle sale, è il 2007 e Michael Bay, già regista action favorito, dà del suo meglio cimentandosi in riprese difficili che prevedono un apporto di CGI totale e incondizionato. Simpatia e ironia i condimenti di base di questo film, portate avanti soprattutto dal fortunato primo amico degli alieni meccanici Sam Witwicky, interpretato da un neofita protagonista Shia LaBeouf, che tiene in alto la bandiera del nerd simpatico che sogna la donna perfetta. Quest'ultima fornita subito da una bomba come Megan Fox, che poco lascia all'immaginazione nelle sue pose sexy che fanno illuminare gli occhi dei maschietti nelle sale. Ottima sceneggiatura, grazie sicuramente anche all'apporto di Spielberg che, appassionato della serie, si rende produttore fortunato e chiaramente se l'è giocate tutte le carte vincendo un ricco bottino al primo colpo. Fra trasformazioni spettacolari, combattimenti epici e personaggi divertenti, il primo Transfomers è un successo mondiale che porta a un videogioco e numerosi pezzi di merchandising.
Pronto subito in cantiere il numero II che due anni dopo arriva nelle sale, solita doppietta Bay e Spielberg, solita coppia LaBoeuf e Fox. Questo secondo episodio molto più lungo è infarcito di combattimenti e un po' più carente a livello di storia, o almeno risulta meno fondato, outcoming un po' meno digeribile per quanto travolgente, sceneggiatura mancante in varie parti (ormai è uno stilema). Della serie: utilizziamo Witwicky come estremo sacrificio per risolvere la situazione dopo averlo sbeffeggiato per tutto il film. Al botteghino il secondo episodio rilancia e batte addirittura il prequel, misteriosamente però non entusiasma gli animi allo stesso modo, che le speranze vadano verso il terzo e sicuro sequel? Arriva difatti Dark Of The Moon e, a grande sorpresa, anche l'ultimo episodio ripresenta la solita solfa a livello di storyboard. Witwicky sfigato, arrivano i cattivi Decepticon, il ragazzo viene tratto nella spirale dell'epica battaglia e alla fine è la chiave di volta di tutta la questione. Gli elementi di novità possono sicuramente annidarsi nel cambiamento del rapporto umani/macchine, infatti in questo episodio l'elemento umano diventa più importante con alleanze Decepticon/umane che lasciano un po' l'amaro in bocca. La carta che si gioca stavolta è quella del tradimento dall'interno sia umano sia degli Autobot. Ma, ovviamente, il bene vince sempre e Prime anche in questo episodio alla fine ci racconta l'ennesimo insegnamento morale. Almeno in Dark Of The Moon si è appresa una grande lezione, definitivamente i combattimenti vengono visti quasi a rallentatore, dando meno mal di mare agli spettatori e facendo comprende meglio la maestria degli effetti speciali e soprattutto quale macchina incontra quale macchina, quale arma viene utilizzata e come sia possibile che gli umani sopravvivano quando un Autobot e un Decepticon si scontrano. Meno realistica la corsa di più di quaranta minuti della nuova bella del momento Rosie Huntington-Whiteley. Al suo primo film, la biondina che poco racconta a livello espressivo, ma magari anche lei fa conto solo sulle curve, corre per la città distrutta di New York, tra scontri a fuoco terribili e palazzi che cadono, creando nei cuori di chi la osserva quel contrasto fatale con il verosimile. Come dire, è più verosimile un Autobot che questo sfoggio di talento podistico. Rimpiangiamo la Fox? Forse un po', ma del resto la sexy Megan aveva commentato spudoratamente la regia di Bay paragondandolo a Hitler (così dicono) e, a quanto pare, tutta la troupe non la vedeva di buon occhio né lei era tanto affezionata al film. Forse per questo hanno preferito prendere una come la bionda modella neo attrice che, alla fine, non sapendo assolutamente nulla né di recitazione né di altro, si limita a fare monoespressioni e a mostrare curve, cosa che viene bene a lei quanto veniva bene alla Fox. Tra l'altro non viene data nemmeno una grande spiegazione riguardo al passaggio di fidanzata di Witwicky che ci fa un po' specie, come a dire: il personaggio femminile proprio è più che un accessorio, il che effettivamente poteva sembrare tale se non fosse che almeno la Fox la facevano più o meno combattere mentre alla povera novellina nemmeno quello le fanno fare, anche se sfido qualsiasi grande combattente a correre con quelle scarpe, in quella situazione, per tutto quel tempo!
Al di là dell'aspetto romantico questo film risulta un po' più legato al sotterfugio politico-economico americano da trama da libro di Ellroy, idea un po' forzata che rende il tutto più polposo. Si parla di Apollo 13, di Kennedy e dei tempi della guerra fredda quasi con una lacrimuccia sul viso riproponendo le scene e la storica frase “That's one small step for man, one giant leap for mankind” del primo allunaggio. Con questo ultimo Transformers che incassa ancora più di tutti gli altri e in molto meno tempo, credo che Bay quanto Spielberg si stiano strofinando felicemente le mani e facendo finta di non pensare a un sequel, quando addirittura arrivano delle idee di “un'altra trilogia”. Di certo c'è da dire che non è difficile tenere l'attenzione alta sugli spettacolari robottoni giganti che si trasformano in macchine mozzafiato, chi non vorrebbe averne una, dico io!
Certo però è anche che, se mai dovesse esserci un sequel, sarà difficile trovargli un posto all'interno di una storia ormai consunta come quella che abbiamo visto in questi tre episodi, dove nell'ultimo vediamo morire in men che non si dica “soltanto” Megatron. Abbiamo fatto vedere mille combattimenti finora, ce lo siamo portati avanti per tre film, gli diamo tre secondi per morire. Non si fa! Che sia finito l'entusiasmo? Che ormai tutte le cartucce in canna siano state sparate? Staremo a vedere e, forse, in un paio di anni avremo delle risposte a tutte le nostre domande. Intanto cerchiamo di convincere le nostre utilitarie a trasformarsi, non sia mai che ci riescano!
Articolo del
17/08/2011 -
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