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Roman Polanski
Carnage (God Of Carnage)
Drammatico, durata: 79 min. - Francia, Germania, Polonia, Spagna
2011
Medusa
di
Erica Bruni
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Roman Polanski torna nelle sale con Carnage, un’opera eccezionale presentata in concorso alla mostra del cinema di Venezia. Il film è l’adattamento cinematografico di una famosa pièce teatrale di Yasmina Reza, che sembra scritta apposta per Polanski. Dopo la visione tornano in mente subito i suoi primi importantissimi film: Il coltello nell’acqua, Repulsion e Cul de sac che insieme sono stati la trilogia in cui il regista fece subito emergere i temi a lui cari come l’isolamento, la critica alla società, la rivolta di certe convenzioni borghesi, il tutto espresso in termini grotteschi e lirici, che hanno reso il suo stile unico e inconfondibile.
In Carnage il gruppo coinvolto in questa carneficina polanskiana è composto da Penelope (Jodie Foster), madre della vittima appassionata d’arte e scrittrice, e Michael interpretato da John C. Reilly, che ricopre il ruolo del marito bonaccione. L’altra coppia invece è composta da Nancy, elegante e raffinata donna borghese interpretata da Kate Winslet, e dal marito Alan, che cinico e realista è il premio oscar Christopher Waltz. Le due coppie si trovano coinvolte a causa del litigio tra i loro figli, ma il tutto finirà in un gioco al massacro per smascherare la vera natura di ognuno di loro.
Il film è girato in un unico ambiente, in un contesto strutturale teatrale dove la tensione drammatica si crea per l’accumularsi delle singole immagini e delle singole sequenze in cui i personaggi continuano per tutto il tempo in un gioco sadomasochistico, finendo per scontrarsi a causa delle loro insoddisfazioni e lacerazioni intime, con un divertito accanimento che rende il gioco ancora più crudele. Tutte le nevrosi e i travagli dei personaggi stimolano in noi un’attenzione senza cedimenti insieme alla parodia e l’eccentricità di un discorso, che vede tragedia e commedia inestricabilmente legate in una realtà che non le consente respiro di dignità di vita. Queste due coppie sono i simboli di un mondo allo sfacelo, grottesche rappresentanti di una società corrotta e corruttrice, ancora ancorata a vecchi canoni morali utilizzati come schemi di comodo per mascherarne la sostanziale inerzia spirituale. Inoltre è evidente come il trattare temi sulla colpa, i crimini, e i giudizi non sia del tutto casuale per Roman dopo i suoi problemi per una storia nota che l’ha visto (di nuovo) protagonista poco tempo fa.
In conclusione Carnage è la storia di una sconfitta nata da una crisi che ha le sue profonde radici nella disperazione covata attraverso l’incomprensione, il rimorso e l’impossibilità di una comunione umana, in cui non resta che credere solo nel “dio della carneficina” come confida Alan/Polanski a Penelope.
VOTO: 4,5/5
Articolo del
18/09/2011 -
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