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Florence è una razionale scrittrice che nella Gran Bretagna post-bellica del 1921 si adopera nello smascherare ciarlatani che inscenano finte sedute spiritiche per truffare i parenti di familiari scomparsi. Quando viene contattata dal responsabile di un collegio per indagare sulle presunte misteriose apparizioni che lo infestano, dapprima si dimostra scettica, per poi scontrarsi con un capovolgimento inaspettato di tutto ciò in cui ha finora creduto.
L’esordiente Nick Murphy sceglie un terreno oltremodo praticato per cimentarsi nella sua opera prima, quello del filone ghost stories. Se in questa strada si scorgono tracce infinite di pellicole da dimenticare, possiamo anche attentamente trovare alcune colonne portanti del genere con il quale confrontarsi, come (in ordine sparso) Gli invasati, la saga di Poltergeist, Shining, Il sesto senso, The Others, Suspense, The Ring, e via discorrendo. Beh, da questo confronto il creatore e la sua creatura ne escono con una certa dignità, perché pur non offrendo nulla di nuovo (difficile riuscire ormai a farlo del resto) su fantasmi e case infestate, si scavano il proprio spazio. Ricalcando le orme dei loro illustri predecessori, dosando i cliché, ricreando una buona attesa ed una buona atmosfera grazie soprattutto ad una fotografia misuratamente tetra e fredda che impressiona la pellicola di una storia messa in scena da attori, è bene dirlo, davvero meritevoli. Una bravissima Rebecca Hall recita sotto le righe finché può, mentre Imelda Staunton (i fan di Harry Potter l’avranno subito riconosciuta, anche se non ha fatto solo quello) grazie alla capacità di dare al proprio viso un’espressione sempre in bilico fra il gentile e l’alienato è il volto perfetto per il personaggio che è chiamata ad interpretare.
Purtroppo storie come queste ormai sanno sempre un po’ di minestra riscaldata, come abbiamo detto la pellicola non aggiunge nulla di nuovo, si veda il non troppo lontano e pregevole The Orphanage, ed infatti in comune con il film di Del Toro ha che manca di quell’incisività da scolpirne il ricordo nella memoria dello spettatore. Statene certi che non uscirete malcontenti dalla sala, ma dopo qualche settimana sarà difficile che ve ne ricordiate, nonostante tutto.
VOTO: 2,5/5
Articolo del
16/12/2011 -
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