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James Watkins
The Woman in Black
Horror, durata 95’ – Regno Unito/Canada/Svezia
2011
Videa – CDE
di
Sarah Pompili
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È dal 2007 che la rinata casa di produzione Hammer, dopo l’acquisizione da parte del magnate della televisione e dell’editoria Murdock, tenta di recuperare il titolo di vera e propria fabbrica dell’horror che si era guadagnata in un passato ormai abbastanza lontano. Il 2012 vede l’uscita di un nuovo film, diretto da James Watkins già autore di diversi film del genere, che afferma la volontà di voler in qualche modo far ritorno a quelle origini mai dimenticate.
Arthur Kipps è un avvocato londinese che viene inviato dal suo studio presso un paesino nient’affatto ridente per recuperare delle carte nell’abitazione di una cliente deceduta. Da subito gli abitanti si dimostrano profondamente ostili. La casa infatti cela un orrendo segreto che si ripercuote sull’intero villaggio e con cui il giovane sarà costretto a confrontarsi.
Sulla carta The Woman in Black, adattamento per il cinema dell’omonimo romanzo di Susan Hill, si presenta come un’interessante rivisitazione del tema della casa infestata. A rendere ancora più appetibile questo titolo contribuisce senza dubbio la presenza nel cast nel ruolo di protagonista di quel Daniel Radcliffe che per anni ha vestito i panni di Harry Potter, ruolo che gli ha consentito di entrare di prepotenza nell’immaginario delle masse ma che, proprio per questo, rischiava al tempo stesso di intrappolarlo per sempre e legarlo indissolubilmente a quell’unico personaggio. Fortunatamente però la sua performance è credibile quanto basta. The Woman in Black è un ritorno alle atmosfere e alle fascinazioni del gotico tanto caro alla Hammer. È palese infatti la volontà di ricreare un film “di paura” di altri tempi, che possa però conquistare le sale di oggi. Per evitare qualsivoglia tipo di rischio il film si basa su una formula ormai ben collaudata negli anni e dal sapore antico. Fantasmi veri, spettri di un passato che non vuole morire. Al posto dell'orrore, del sangue e della violenza, il terrore, quello di una volta, quello da brivido fatto di sussurri, apparizioni e cigolii che fanno sussultare. Suspense e un'atmosfera intrisa di ombre e mistero, che insieme all'ottima ricostruzione scenografica e alla fotografia vorrebbero conferire alla pellicola l'aura di un classico, che però svanisce abbastanza facilmente. Infatti tutto l'insieme succitato regge fin troppo bene ma inizia a scricchiolare nella seconda parte del film. A questo punto infatti la pellicola mostra un po' il fianco lasciando intravedere uno schema vagamente ripetitivo che fatica a progredire e qualche ingenuità, come ad esempio la patologica ed inspiegabile curiosità del protagonista che sfida ogni logica. Si tratta tuttavia di piccole forzature che possono essere sorvolate agilmente, dato che il molto pattume spesso spacciato per cinema di genere horror in tempi moderni ci ha abituato purtroppo a ben altro nonsense. Nel panorama dell'horror dove spesso il nuovo che avanza finisce per ristagnare nelle paludi delle etichette, dei trend e dei sotto-generi, The Woman in Black rappresenta un diversivo piacevole che non faticherà ad ottenere successo e consensi al di là dei suoi effettivi meriti.
VOTO: 3/5
Articolo del
04/03/2012 -
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