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Michel Hazanavicius
RIVEDIAMOLI! – The Artist
Drammatico, durata 100' - Francia
2011
BIM
di
Andrea Belcastro
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E' difficile parlare di un film che ha appena vinto cinque Oscar (compresi quelli più importanti) e una dozzina di altri riconoscimenti internazionali e nazionali (è il film più premiato di sempre in Francia). E' difficile, e non ci sforzeremo affatto di ignorarlo. Lo diciamo subito: il premio Oscar di The Artist è scandaloso quanto lo è stato quello de Il discorso del Re l'anno scorso; e lo è non tanto perché The Artist non sia un film piacevole e – a suo modo – ben fatto, quanto, piuttosto, perché rappresenta un cinema morto. Gli Oscar, o qualsiasi altro tipo di premio, dovrebbero rappresentare la magnificenza del proprio tempo e francamente il 2012 non può essere l'epoca del film muto. Ad Hollywood spesso si piangono addosso per la mancanza di nuove idee; riciclano a tamburo battente storie fumettistiche di quart'ordine e magari si esaltano per gli effetti speciali di Avatar e per omaggi al glorioso passato come quelli del film che stiamo recensendo, finendo per ignorare bellamente la ricchezza delle produzioni indipendenti.
Chiusa questa doverosa premessa, non ci resta che parlare finalmente della pellicola di Michel Hazanavicius e dei suoi aspetti positivi. Per i pochi che ancora non lo sapessero, The Artist è un film muto: ovvero lungo il 97% della sua durata non sentirete gli attori parlare o altri effetti sonori che non siano la colonna sonora composta da Ludovic Bource. Da questo punto di vista si tratta di una scelta molto coraggiosa. Se omaggio del cinema che fu doveva essere, questo lo è davvero fino in fondo; a partire dal formato in 4:3 e ai difetti (ovviamente ricreati in post-produzione) della pellicola. Da questo punto di vista ci troviamo dinanzi ad un prodotto perfetto. Probabilmente senza previa informazione, si potrebbe scambiarlo tranquillamente per un film degli anni '30.
Aldilà o nonostante questi aspetti tecnici, il lungometraggio riesce ad essere godibile – esclusa una parte centrale un po' fiacca - dall'inizio alla fine. Un paio di sequenze, che non vogliamo spoilerare, sono poi al limite del geniale: senza entrare nel dettaglio, entrambe riguardano in qualche modo il passaggio dal muto al sonoro (elemento centrale del film) e coinvolgono direttamente il protagonista maschile. Metaforicamente magnifiche e realizzate in maniera superba. Pure il cast è degno di nota: Jean Dujardin e Bérénice Bejo sono straordinari nel calarsi con disinvoltura in una recitazione completamente basata sulla mimica e la special guest John Goodman è impeccabile nel ruolo del tipico produttore hollywoodiano.
Cos'è allora che non va in The Artist? Formalmente niente. Il film è un perfetto e nostalgico omaggio ad un cinema che non c'è più (ed è stata questa la sua fortuna). Ma oltre questo velo, ed escluse quelle due o tre idee particolarmente valide già elencate, resta una pellicola come tante altre e con una trama, tutto sommato, persino banale e scontata.
Paraculo?
VOTO: 3/5
Articolo del
13/03/2012 -
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