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Jason Reitman
Young Adult
Commedia, durata: 94’ – U.S.A.
2011
Denver & Delilah Productions, Indian Paintbrush, Mandate Pictures, Mr. Mudd, Right of Way Films / Universal Pictures Italia
di
Omar Cataldi
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Mavis Gary sta passando un brutto periodo. Ma è un brutto periodo che dura da circa vent’anni: da quando cioè si diplomò al liceo della puzzolente Mercury, profondo Minnesota. Svogliata ghost writer di una collana (prossima alla chiusura) di romanzetti sentimentali per adolescenti, i cosiddetti “young adult”, è sicuramente l’unica della sua scuola ad avere fatto una certa fortuna nella tentacolare metropoli di Minneapolis, la Piccola Mela.
Ma lei non la vede così: il liceo è stata la sua inarrivabile Età dell’Oro, quando era una reginetta di bellezza invidiata da tutti e stava col ragazzo più dolce della città. La sua mente è rimasta bloccata lì, e c’è un solo modo per superare la sua attuale crisi interiore: tornare a Mercury e rimettersi con la sua ex fiamma liceale, oggi felicemente sposato e neo-papà.
La sapida sceneggiatrice premio Oscar Diablo Cody e il regista Jason Reitman tornano a lavorare insieme (finalmente!) quattro anni dopo quel capolavoro assoluto che fu Juno. E ancora una volta si parla di adolescenti: lì una ragazzina dalla lingua tagliente faceva i conti, con grande assennatezza peraltro, con una gravidanza imprudente; qui una ragazzina intrappolata nel corpo di un’adulta si rifugia, al limite della psicosi, in un irrealizzabile limbo dorato di eterna spensieratezza. Young Adult è tuttavia un’opera più oscura: Mavis Gary (un’acida Charlize Theron, in una delle vette della sua carriera) sembra l’altra faccia della medaglia rispetto a Juno MacGuff, non reagendo con coraggio e ironia alla dura realtà, si rifugia nell’illusione, nell’alcool, nello scrivere di vite adolescenziali, cercando di vampirizzarne espressioni e slanci emotivi per i suoi libri e per la sua esistenza abbrutita.
Vero tesoro del film sono i duetti della protagonista con l’ex compagno di scuola Matt (il comico tv Patton Oswalt), reso disabile da un omofobico pestaggio ai tempi del liceo: pur se rimasto anch’egli in limbo nerd di action figures e alcool distillato in clandestinità, ha la consapevolezza della propria condizione e la razionalità necessaria da opporre ai propositi folli di Mavis.
Young Adult, fedele al suo titolo (gioco di parole tra il genere letterario e la condizione mentale di Mavis), forse ci diverte meno delle solite opere codyane, anche perché rinuncia ai tipici dialoghi fulminanti della sceneggiatrice, ma ci fa più riflettere sulla consapevolezza di ciò che siamo in grado di fare o non fare come esseri umani. Juno era conscia di non essere matura tanto da poter crescere un figlio, Mavis non percepisce la propria immaturità, e questo intenerisce e nello stesso tempo inquieta lo spettatore. Va bene, siamo ancora disposti a lasciarci spiazzare dalla qualità della Cody… VOTO: 4/5
Articolo del
20/03/2012 -
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