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Act of Valor campione di incassi in America, dopo averlo visionato si capisce il perchè. La pellicola ricalca la storia di un'autentica operazione della USA Navy Seals, battaglione reso famoso dalla recente cattura di Bin Laden. Per questo film vengono scritturati non attori famosi, ma ex Seals che si ritrovano a interpretare la parte di loro stessi in un susseguirsi di location e operazioni di diversa difficoltà. Alla regia quattro mani che utilizzando tecniche molto varie tra loro cercando di dare un ritmo al montaggio e alla storia che sia il più veritiero possibile. A scatenare il fils rouge della narrazione è la liberazione di un'agente della CIA, che viene catturata durante una operazione di spionaggio sotto copertura, e che man mano nel film si rivela parte di un più ampio e macchinoso piano di terrorismo. Dall'altro lato un barbuto narcotrafficante di nome Christo, devoto alla sua famiglia, e uno spietato terrorista russo-ceceno che arruola filippini per compiere una strage come kamikaze ormai convertiti, non si sa come, all'Islam. Il fulcro del film si sposta in maniera non troppo equilibrata tra l'attaccamento naturale dei marines alle loro famiglie e alla loro vita normale, e le loro azioni sul campo di battaglia. Le operazioni risultano d'effetto sicuramente, con sparatorie, appostamenti, morti, esplosioni, come nella regola della cinematografia di guerra. Intessuti tra una fucilata e una granata vi sono poi i flussi di coscienza personali che fanno capo ad uno dei protagonisti che aspetta un figlio ed è costretto a partire per la missione senza sapere se tornerà o meno.
La presenza forte di una tematica quale quella della famiglia che può perdere il proprio caro in missione è forse quella che farà più presa nella visione dell'intero film, nonostante gli sia dedicato poco spazio in quantità di minutaggio rispetto alle incredibili scene d’azione. Veniamo così a sapere che ci sono elicotteri e motoscafi ovunque, sottomarini che emergono dal nulla cosmico del mare e che vi scompaiono nuovamente come se nulla fosse, terroristi pronti a tutto, a sacrificare persone e denaro per la loro guerra personale contro l'occidente, rappresentato nello specifico dall'America.
In generale le scene di azione possono piacere come no, dipende quanto siete dei tecnici della guerra e ve ne intendete di assalti e imboscate, di fucili, strategie e tattiche; per quanto riguarda invece la sceneggiatura, questa rimane in bilico tra una propaganda occidentale americana rivolta ai prossimi che si arruoleranno e la realtà di una guerra, che qui emerge ancora e stranamente poco, dove ogni giorno si può morire e dove ogni giorno non sappiamo se il domani sarà accanto ai nostri cari o sotterrati in una bara con tutti gli onori.
Comunque il messaggio finale, che viene minuziosamente esplicato in una lunga lettera, è quello di una vocazione all'arte della guerra per difendere il proprio paese e i propri cari, del non aver paura di compiere azioni di coraggio dove si mette a rischio la propria vita perché queste sono rivolte a un bene maggiore, quello dell'intero globo contro il terrore e la violenza. Peccato che questo messaggio passi forse nel modo sbagliato e dopo 111 minuti di quasi nulla cosmico dove sono molti i paradossi, pochissimi i dialoghi sensati, ci sembra quasi che si voglia far vedere come sia la vita sul campo di battaglia riproponendola in maniera fittizia senza ottenere un ottimo risultato.
Un film che comunque sarà apprezzato dalle famiglie dei tanti che hanno perso i propri cari durante le varie guerre che si continuano a succedere nel mondo e da tutti coloro che quelle guerre le hanno vissute in piccolo o in grande. Per tutti gli altri sarà un film che non piace, un po' perché propagandistico e un po' perché sbrigativo in molti e troppi aspetti della sua sceneggiatura.
VOTO: 2/5
Articolo del
13/04/2012 -
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