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Se c’è una pellicola per la quale non si possono usare a sproposito gli abusati termini “attesissimo” o “film-evento”, quella è di sicuro The Avengers, e per molti buoni motivi.
Non è solo l’ennesimo tonitruante film supereroistico, è il punto di arrivo di un ambizioso progetto cinematografico mai tentato finora, iniziato quattro anni e cinque film orsono. Nel 2008 il primo Iron Man gettò il seme, con piccoli passetti metadiegetici ad un fantomatico progetto di una squadra di eroi sovrumani... Iron Man, Hulk, Thor e Capitan America, i pezzi da novanta della prima editrice di supereroi americana. Se tali eroi si incontrano fra loro ogni mese sulle pagine dei fumetti perché non sul grande schermo? Formidabile e inarrestabile come uno schiacciasassi la pianificazione dei Marvel Studios ci ha portato oggi alla realizzazione di questo progetto.
Perché gli Avengers (da noi storicamente conosciuti come i Vendicatori) sono un evento? In cosa differiscono da altri supergruppi come X-Men e Fantastici Quattro peraltro già portati sullo schermo? Contrariamente a queste ultime squadre, dove i membri sono omogenei e in qualche caso anche parenti, gli Eroi Più Potenti della Terra sono invece un paradosso. Un coacervo di solitari eccentrici, di primedonne isteriche, che litigano e si picchiano tra loro prima di fare fronte comune, costretti insieme da circostanze eccezionali che un singolo superuomo non può fronteggiare. Già questo concetto base denota le caratteristiche chiave sottese al film: la straordinarietà dell’evento e la difficoltà della sua realizzazione (e la Marvel si autoincensa).
Ancora meglio: ci fosse stato ancora qualche folle non convinto da questa pellicola, la Marvel piazza un colpo magistrale. Il regista e sceneggiatore è Joss Whedon, uno dei guru assoluti della tv, il creatore del cult-serial Buffy l’ammazzavampiri, oggetto di studio delle università di tutto il mondo e osannato da una vasta nicchia di fan indemoniati. Una gioia per gli aficionados, un’iperstimolazione della corteccia cerebrale per la massa neofita: Whedon, alfiere del post-moderno, mette in The Avengers tutto il suo mondo. Battute argute al fulmicotone (difficile stargli dietro per chi non è abituato) sulle labbra degli eroi, tocchi surreali, un tono che passa dallo scanzonato al tragico in un nanosecondo, machiavellici colpi di scena, un’apocalisse incombente, e soprattutto tonnellate di metafilmiche strizzatine d’occhio allo spettatore…
Potremmo riflettere su quanto la pesante personalità autoriale di Whedon fosse stata messa in conto dalla Marvel all’affidamento del film. Certo il risultato è evidente: non si tratta di un qualsiasi film di supereroi, che lo si voglia vedere dal lato produttivo o dal lato intellettuale. La dimestichezza del regista con i cast eterogenei è provata da anni di personaggi tv, sempre ben ponderati: qui è assai galantuomo nel lasciare spazio a tutti gli eroi (che ricordiamo sono più o meno tutte star), anche se per inevitabili anzianità e carisma Robert Downey Jr, Iron Man, dà qualche zampata di più. Da appuntare la buona prova del sottovalutato Mark Ruffalo, che sostituisce Edward Norton nei panni di Hulk.
Il tempo ci dirà se The Avengers è stato il non plus ultra nel campo dei film Marvel… per il momento l’ideale podio è suo.
VOTO: 4/5
Articolo del
05/05/2012 -
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