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Roberto Faenza
LOST & FOUND - Un giorno questo dolore ti sarà utile
Drammatico, durata: 98’ – U.S.A./Italia
2011
The 7th Floor, Four a Kind Productions, Jean Vigo Italia, Rai Cinema
di
Arianna Molinari
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Alla luce delle pellicole precedenti, il diciassettesimo lungometraggio di Roberto Faenza è stato una piacevolissima sorpresa presentata in anteprima alla sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. La ricomparsa in pompa magna del nostrano regista torinese - il film è girato interamente a New York con un cast hollywoodiano, ma la troupe è italiana - la si deve grazie a una grossa co-produzione tra Italia e Stati Uniti. Alla base di Un giorno questo dolore ti sarà utile c’è l’omonimo romanzo di formazione di Peter Cameron. A ben guardare una sottile linea rossa ci fa associare le figure letterarie di James Sveck (protagonista del romanzo di Cameron) e Golden Caulfield (protagonista de Il Giovane Holden di J.D. Salinger), obbligandoci a tornare a più di sessant’anni di distanza quando il capolavoro di Salinger gettava le basi del romanzo di formazione contemporaneo. Così il testo di Cameron ha fatto riaffiorare tra le righe della pagina scritta, l’essenza della giovinezza, esperienza universale, che probabilmente in molti serbano ancor più nella memoria dopo l’indimenticabile lettura de Il Giovane Holden. Infatti, sono molte le analogie rintracciabili in entrambi i protagonisti dei due romanzi: una non comune sensibilità; un sentirsi totalmente estranei a tutto quello che li circonda; un sentimento di inquietudine e disagio per il mondo cui appartengono, la famiglia, i compagni di scuola, la società; uno stato di sospensione, non sanno ancora quale direzione prenderà la loro vita, ma sanno di voler stare lontano da schemi precostituiti.
Sguardo leggero in ogni inquadratura, personaggi ben costruiti, dialoghi brillanti, momenti sinceri di grande sensibilità e ottima colonna sonora: ma ciò che più conta del film diretto da Faenza è il racconto di formazione così attuale e contemporaneo nell’esplorare il mondo visto da un ragazzo. La forza della pellicola sta tutta nella storia di questo giovane newyorkese alla ricerca di una propria identità e della sua strampalata famiglia, che lo vorrebbe uniformato al mondo dei cosiddetti “normali”. L’intento è quello di rappresentare con note di umorismo e calore un’umanità smarrita: adulti ridicoli e immaturi, nell’incessante ricerca di un punto di riferimento. A dispetto dell’età, sarà proprio il giovane James a mostrare di possedere una maturità inimmaginabile… A conti fatti, ne deriva fuori un film non completamente riuscito ma ricco di atmosfera, un’opera matura, forse la più completa e stimolante di tutta la filmografia di Roberto Faenza. Un giorno questo dolore ti sarà utile si sostiene per la maggior parte sull’ottima sceneggiatura e sulla bravura degli attori: in questo caso da ricordare oltre all’interpretazione del giovane e simpatico Toby Regbo/James Sveck, quella di Marcia Gay Harden/Marjorie (premio Oscar come miglior attrice non protagonista in Pollock di Ed Harris) e vale la pena di citare anche Ellen Burstyn/Nanette (premio Oscar per la migliore attrice protagonista in Alice non abita più qui di Martin Scorsese).
Se da un punto di vista della storia, il film di Faenza ti appassiona, e sembra essere esente da una certa meccanicità e manierismo di scrittura che trovavamo nei suoi precedenti lavori - qui la sceneggiatura è accurata e genuina, e regala delle emozioni e degli spunti di riflessione allo spettatore - da un punto di vista prettamente del linguaggio cinematografico, Un giorno questo dolore ti sarà utile, non merita il nostro plauso. Ciò che maggiormente risulta essere il difetto del film è l’apparato estetico: niente scelte audaci e indimenticabili, anzi la macchina da presa risulta essere molto convenzionale nelle sue soluzioni. Comunque, senza arrivare a punte artistiche altissime, è un film che consigliamo di recuperare a chi non lo avesse ancora visto.
VOTO: 3,5/5
Articolo del
12/05/2012 -
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