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Timur Bekmambetov
La leggenda del cacciatore di vampiri (Abraham Lincoln: Vampire Hunter)
Azione/Fantastico/Horror - Durata 105' - U.S.A.
2012
Abraham Productions/Bazelevs Production/Tim Burton Productions/20th Century Fox
di
Gabriele Toresani
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A quanto pare l’hobby preferito di Abramo Lincoln era quello di ammazzare vampiri.
Il sottoscritto odia la critica che massacra gratuitamente una pellicola. Difatti sono dell’idea che in ogni opera, anche non riuscita, si debba cercare dei momenti ispirati ed apprezzare lo sforzo dei suoi realizzatori, gente che ha messo il cuore e la passione per intrattenere il pubblico. Ed è la cosa che ho cercato di fare con La leggenda del cacciatore di vampiri. Purtroppo il mio sforzo non è stato ripagato. Infatti il primo aggettivo che è balzato nella mia mente appena sono iniziati i titoli di coda è: indifendibile. Poi insieme a quell’aggettivo è arrivato un senso di fastidio come se qualcuno mi avesse preso in giro per 90 minuti filati.
Ed il film è questo: una colossale presa in giro. A parte il curioso (ma nulla di più) assunto iniziale, il film è un fallimento totale, un susseguirsi di avvenimenti senza senso in cui non si capisce la direzione che gli autori vogliono prendere. E’ una commedia? No, visto che non ha un momento divertente. Un horror? In teoria, ma non ha un secondo di suspense. Un film di avventura? Forse, ma è il film d’avventura più noioso di sempre. Una critica alla società americana? Ci si tenta in una scena, ovviamente senza riuscirci.
Colpa della sceneggiatura del sopravvalutato Seth Grahame-Smith (autore anche del romanzo da cui il film è stato tratto, nonché dell’altalenante Dark Shadows di Burton), che riempie il già assurdo intreccio con dialoghi imbarazzanti (sentire per credere quello tra Lincoln e sua moglie dopo un lutto improvviso) e situazioni forzate senza senso (la reazione di Lincoln dopo una rivelazione importante).
Magari uno spera che dal punto di vista visivo ci sia qualcosa di interessante. Macchè. Timur Bekmambetov ci regala delle sequenze inguardabili, con una fotografia color corretta in digitale (con risultati imbarazzanti) e scene d’azione che mischiano il peggior Michael Bay al peggior Zack Snyder, con rallenty seguiti da accelerazioni improvvise che risulterebbero datate anche negli anni '90. No comment sugli effetti speciali che seguono la linea fallimentare del film.
Questi sono film che fanno male al cinema, un’arte che si merita più di questo. E la cosa che fa più male è che dietro alle quinte ci sia un (ex?) maestro come Tim Burton. O forse è l’ennesimo segnale della sua carriera discendente? Spero vivamente di essere smentito, ma la paura rimane.
VOTO 1/5
Articolo del
27/07/2012 -
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