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Otto anni dopo le vicende che hanno visto Batman accusato di omicidio, il Cavaliere Oscuro sembra sparito dalla circolazione. Gotham City vive un periodo di pace, ma ovviamente una nuova minaccia compare all’orizzonte, sottoforma di un nemico che nemmeno il ritorno del nostro eroe potrebbe debellare.
Qualche anno fa Il cavaliere oscuro aveva rappresentato una sorta di nuovo orizzonte per il cinema di intrattenimento. Questo perché, in un periodo (tuttora in corso) di relativa aridità creativa dei grandi blockbuster made in U.S.A., Cristopher Nolan aveva una storia da raccontare. Si trattava di una narrazione caotica ma soprendentemente fresca, dalla quale emergeva una visione oscura e pessimistica (ricordarsi il finale), inusuale per un film così teoricamente commerciale. Ecco che allora il capitolo conclusivo vuole mettere i personaggi di fronte alle responsabilità e colpe accumulate nei film precedenti attraverso, almeno nelle intenzioni, un lungo processo di espiazione collettivo che culmina in una battaglia finale sorprendentemente illuminata dalla luce del giorno.
Eppure, dopo un prologo tutto sommato accettabile, soprattutto se goduto in Imax (ma nemmeno lontanamente paragonabile alla sequenza della rapina del film precedente), Il cavaliere oscuro – Il ritorno si perde quasi subito. Si perde in un superficiale tentativo di unire, quasi arbitrariamente, due celebri storyline fumettistiche dell’Uomo Pipistrello (Il ritorno del cavaliere oscuro e Knightfall). Si perde in una miriade di personaggi totalmente trascurabili, con attori del calibro di Matthew Modine (Fulll Metal Jacket) e Marion Cotillard (La vie en rose, Inception), completamente fuori parte, che si trascinano svogliatamente per una manciata di brevissime, trascurabili scene. Questo mentre la storia vera e propria, tradita da una sceneggiatura poco ispirata (con relativi dialoghi insipidi) si frantuma in un montaggio troppo frettoloso, da trailer tirato per le lunghe, e la quantità di avvenimenti che si accumula indifferentemente nella prima ora di film ha dell’incredibile.
Diciamocelo pure apertamente. Se nel precedente film la follia e il magnetismo del Joker di Heath Ledger sembravano quasi giustificare la caoticità della trama, in questo capitolo nulla può spiegare le innumerevoli, controversissime scelte di sceneggiatura (l’uscita di scena di Bane, un twist finale letteralmente ridicolo). In questo senso fa riflettere la gratuità con la quale Nolan inserisce sequenze d’azione mal orchestrate (le mediocri scene dell’assalto alla borsa di Gotham, l’insensatissimo attacco durante la partita di football), delle quali forse la battaglia sulla neve di Inception costituiva un triste presagio. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un regista ormai fuori controllo e a corto di idee, preda di un assecondamento incondizionato da parte di critici, produttori e fan dalle pretese piuttosto basse.
L’unica ad uscire a testa alta dal disastro generale pare Anne Hathaway, che convince (un po’ a sorpresa) con il suo ritratto di una fragile e sensuale Selina Kyle, mentre il doppiaggio italiano massacra senza appello il povero Bane (da risentire assolutamente in originale). La già citata Marion Cotillard da origine alla peggior performance di una carriera finora folgorante, mentre ci si chiede se l’efficacia di Christian Bale non dipenda effettivamente dai co-protagonisti/villain che gli sono stati affiancati in passato.
Sorpreso dalle molte critiche positive che hanno accolto quello che, a mio parere, è indiscutibilmente il peggior film di Christopher Nolan, mi chiedo quanto queste potranno reggere negli anni a venire. Quando la sbornia sarà finalmente passata.
VOTO: 1,5/5
Articolo del
26/08/2012 -
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