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John Hillcoat
Lawless
Azione/Drammatico, Durata: 115’ – U.S.A.
2012
Annapurna Pictures, Blum Hanson, Allen Films, Pie Films Inc., Red Wagon Productions / Koch Media
di
Omar Cataldi
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Primi anni ’30, Proibizionismo, Depressione, Virginia rurale, tre riveriti fratelli che producono e smerciano alcool a tutta la propria contea. E’ inusuale vedere un film su una tale epoca storica che non sia ambientato in una tentacolare e piovosa metropoli brulicante gangsters: qui siamo in una pittoresca e umida atmosfera southern, magnificamente fotografata.
Questo è uno dei due punti di forza di Lawless, nuova fatica di John Hillcoat (dopo il post-apocalittico The Road). L’ambientazione profuma di leggenda, la leggenda di tre fratelli indomabili, che né psicotici vicesceriffi, né glaciali gangsters di città riuscirono a fermare nel loro intento di rifornire i loro bravi conterranei di un buon illegale goccetto per sopportare povertà e fatiche… Ma è tutto reale, anche se romanzato: di eventi simili l’America profonda ne è piena.
Se la perfetta ricostruzione da period drama non basta, bisogna dire che l’occhio del cinefilo verrà sicuramente acchiappato da un secondo motivo di interesse, il ghiottissimo cast di giovani e ottimi interpreti: Tom Hardy, (ormai “uomo-ovunque”), è Forrest Bondurant, il fratello di mezzo, una rocciosa sicurezza; Shia LaBeouf, (il figlio di Indiana Jones e il genero di Gordon Gekko), è l’insicuro fratello minore; l’amore di tutti i critici, Jessica Chastain, è la dama noir con un passato da obliare; l’adorabile e sempre intensa Mia Wasikowska, (la figlia del pastore bramata dal fratello minore), di cui sentiremo sempre più parlare; e per contorno, le vecchie volpi Gary Oldman e Guy Pearce, sono rispettivamente un gangster azzimato e un macchiettistico vicesceriffo, repellente e psicolabile.
Mi sono soffermato ad elencare il cast perché in un film come questo ambientazione affascinante e interpretazioni carismatiche delle facce giuste sono già tutto. Si potrà dunque sorvolare su una sceneggiatura zoppicante, a firma di Nick Cave (sì, proprio quel Nick Cave!). A dir poco sbrigativo in alcuni passaggi, lo script si sofferma pigramente (e gratuitamente) sulle scene di violenza, senza possedere però gli estetismi scorsesiani e gli epicismi coppoliani. La tanto decantata aura leggendaria che circonda i fratelli protagonisti non viene mai fuori davvero nella maniera in cui Hollywood docet.
Evidentemente (e a ragione) i produttori hanno ritenuto sufficienti i punti di forza del film, puntando su uno spettatore consapevolmente più esteta che letterato. Distratto dall’ambientazione e dalle recitazioni, l’occhio avido dell’amante delle ricostruzioni storiche non farà caso ai nei, e uscirà dalla sala comunque esteticamente appagato.
VOTO: 3/5
Articolo del
11/12/2012 -
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