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Anthony Minghella
Ritorno a Cold Mountain
2003
Buena Vista
di
Manuela Cacciotto
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Ritorno a Cold Mountain è un film ricco di parole e fotografia. Ambientato nella guerra americana fra nordisti e sudisti è la storia di un amore lontano, vagheggiato e sognato fra una giovane fanciulla ingenua ignara della vita e un giovane soldato, altrettanto all’oscuro della complessità dell’esistenza e della sua precarietà, che si ritrova coinvolto in una guerra i cui eroi sono in realtà dei carnefici e il cui obiettivo è sempre più incerto. Lo scontro bellico non è però certamente il tema dominante di questo film incentrato sul distacco e sull’evoluzione di un sentimento che si nutre di sé. I due amanti infatti alla partenza di Inman si conoscono appena eppure si fanno promessa eterna. Un’infausta promessa. In uno scenario ungherese favoloso in cui le immagini della natura raccontano di una scoperta sensazionale, quale è la magia della vita e dell’intimità dell’individuo con essa, i due protagonisti affronteranno in maniera opposta la loro crescita, destinata a percorrere destini disgiunti. La disperata solitudine di Ada e il travaglio umano di Inman, a cui assistiamo, vivono più di parole che di fatti. Più che le azioni a costituire il film sono i pensieri che riecheggiano l’intimo desiderio d’amore di Ada, cantico ineluttabile di morte e distacco. Quando lui camminerà per la guerra lei sarà immobile in un’inerte incapacità di azione; quando lei sarà arrivata alla maturità e alla forza interiore, lui sarà in cammino verso la propria fine. In un film che riecheggia la tematica di precaria felicità di Viaggio in Inghilterra di Richard Attenborough, troviamo una Nicole Kidman nell’exploit della sua grandezza artistica, capace di migliorarsi e di rimettersi sempre in gioco. Mentre la prima parte del film è caratterizzata da una forte enfasi e da una introspezione psicologica molto forte, la seconda parte è contraddistinta dalla fretta, da una corsa verso il finale e verso l’episodio in sé. In modo stridente si assiste ad una capitolazione della natura e del tono poetico che lascia spazio a freddi episodi holiwoodianamente plateali e patetici che rovinano la riuscita di un film potenzialmente buono.
Articolo del
12/03/2004 -
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