Dopo il successo del controverso Magic Mike, film incentrato sul mondo dello spogliarello maschile, Steven Soderbergh torna alla regia con Effetti collaterali, un thriller provocatorio strutturato su una linea narrativa solida che, pur seguendo le regole classiche del thriller e del noir, presenta svolte improvvise nella trama che rendono la pellicola decisamente accattivante.
Emily e Martin (Rooney Mara e Channing Tatum) sono una rampante coppia newyorkese: dopo aver passato quattro anni in carcere a causa di un reato finanziario, Martin esce di prigione, ma Emily viene colpita da una forte depressione e chiede aiuto ad uno psichiatra (Jude Law), il quale le prescrive un nuovo psicofarmaco che avrà sulla donna pericolosi effetti collaterali.
Stavolta il regista premio Oscar costruisce un thriller “a incastro” facendo ruotare la storia attorno all’uso e all’abuso degli psicofarmaci e i loro effetti collaterali, argomento certamente attuale negli Stati Uniti se si pensa a quanto le lobby farmaceutiche “forzino la mano” sui disturbi mentali per vendere determinati farmaci. Soderbergh, inoltre, inserisce nella trama anche l’aspetto finanziario: l’accusa rivolta al personaggio di Martin è quella di “insider trading”, ovvero la compravendita di titoli di una società da parte di soggetti che hanno avuto accesso ad informazioni riservate e per questo hanno una posizione di privilegio rispetto ad altri. L’originalità di questo film risiede nel suo continuo cambiamento. La storia e gli equilibri tra i personaggi mutano costantemente implicando dei ribaltamenti. Questa particolarità d’altronde è tipica del regista di Traffic, ma in questo film i capovolgimenti nella storia sono più marcati perché avviene anche una svolta nel registro: da una premessa drammatica si passa ad uno svolgimento cinico, sarcastico. I personaggi principali, in un primo momento, sono simmetrici: Martin e Emily, la giovane coppia, e il Dr. Banks e la Dr.ssa Siebert (Catherine Zeta-Jones) i due psichiatri. Questa simmetria a quattro, infine, muta in un triangolo in cui le tre pedine coinvolte intraprendono una battaglia spietata (anche legale) fatta di trappole, rapporti di potere, cinismo e un discutibile senso morale. Il punto di forza del film è sicuramente la sceneggiatura: Scott Z. Burns ha svolto un lavoro impeccabile, grazie anche alla consulenza del dottor Sasha Bardey, conosciuto all’ospedale di Bellevue di New York, luogo dove Burns condusse alcune ricerche che lo portarono a ideare la storia di Effetti collaterali. Si avverte nel suo lavoro, a cui in seguito hanno lavorato lo stesso Soderbergh e il produttore Bonaventura, la matematica insita nell’architettura della storia: più che in altre pellicole c’è un senso di armonia tra gli “elementi in campo”, si gioca con le aspettative del pubblico usando, o aggirando, i cliché.
Un film che prima di tutto vuole divertire utilizzando un argomento socialmente delicato e che vuole stimolare il dibattito attraverso i colpi di scena, rendendo la trama stessa bipolare come la pericolosa protagonista del film.
VOTO: 4/5
Articolo del
29/04/2013 -
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