Salem, 2012: Heidi (Sheri Moon Zombie), dj della stazione locale Big H Radio, decide di trasmettere un misterioso LP inciso da un gruppo che si fa chiamare The Lords. Ma la diffusione di questa musica riporterà in superficie fantasmi del passato (pubblici e privati) scaraventando Heidi, e la cittadina di Salem, in un incubo senza fine.
È dai tempi di The Devil’s Rejects (conosciuto in Italia con l’ignobile titolo La Casa del Diavolo, e qui potrebbe tranquillamente partire l’ennesimo sfogo volgare verso i titolisti nostrani) che il sottoscritto ha un debole verso Rob Zombie - nome d’arte di Robert Bartleh Cummings - versione regista. E il modo coraggioso e personale con cui ha affrontato la parentesi mainstream dei remake di Halloween (soprattutto con il sottovalutato, incompreso ed ingiustamente bistrattato secondo capitolo) non ha fatto altro che aumentare la mia stima verso un personaggio che, in pochi film, è riuscito a conquistare un posto di rilievo nel panorama horror, avvicinandosi allo status di autore. Status conquistato definitivamente da questa sua ultima opera, pronta ancora una volta a dividere tra chi vede in Zombie l’ultimo baluardo del cinema horror e tra chi lo classifica come l’ennesimo film maker troppo debitore di opere del passato.
Anticipato da uno splendido trailer e delle magnifiche locandine retrò, The Lords of Salem (i Lords nel nostro paese sono inspiegabilmente chiamati streghe) è un horror non convenzionale (chi cerca salti sulla poltrona e sangue a fiumi è meglio che risparmi i soldi del biglietto, qui il ritmo è molto lento e raffinato) che rappresenta in maniera cristallina tutta la poetica del cinema di Zombie. Come nella Casa dei 1000 Corpi, sua opera d'esordio, Zombie lavora di fino con la bella fotografia di Brandon Trost (a cui dobbiamo la splendido 16 mm di Halloween 2) ed un impressionante cura del sonoro per creare un’atmosfera opprimente, qui debitrice di certo cinema di David Lynch, che non lascia scampo allo spettatore. Come in tutta la sua filmografia, The Lords Of Salem è una riflessione sulla famiglia americana e, nel caso specifico, su come gli errori dei padri si ripercuotano sui figli (tema molto familiare all’horror, basti pensare alla serie Nightmare e non solo). Altra chiave di lettura è che, analogamente al precedente Halloween 2 in cui il genere slasher veniva usato per raccontare il viaggio della protagonista Laurie/Angel nella malattia mentale, qui i clichè del cinema demoniaco siano usati per raccontare un'allucinata lotta della protagonista Heidi contro la sua tossicodipendenza .
Prima di tutto, come ogni opera di Zombie, The Lords of Salem è un atto d’amore. Un atto d’amore verso la moglie Sheri Moon, presente in quasi ogni inquadratura del film, che santifica in una delle numerose visioni oniriche della pellicola. Il film è un inno verso la musica, prima vera passione di Cummings: tra Bach, Mozart e Velvet Underground la soundtrack ha un’importanza fondamentale e, non a caso, la maledizione che dà il via alla dannazione di Salem è scatenata da un brano metal industrial. The Lords of Salem è anche un grande omaggio alle fonti di ispirazione dello Zombie cinefilo. Non si possono negare le influenze del cinema di Ken Russell (soprattutto I diavoli), dello Stanley Kubrick di Shining, dell’artista cileno Alejandro Jodorowsky e di alcune opere di Andy Warhol. Ma, nonostante tutti questi punti in comune con i film appena citati, The Lords of Salem risulta un film totalmente fresco e differente dai primi lungometraggi del regista.
Probabilmente (anzi sicuramente) non è il suo film migliore: qui il cineasta di Haverhill manca di lucidità nella fase di sceneggiatura ed alcune visioni non sono del tutto riuscite. Ma non importa. Quello che importa è che Cummings si conferma anche in questo caso come uno dei più originali e sinceri cineasti in circolazione, un regista che non ha paura di rischiare e giocare il tutto per tutto. E se devo scegliere tra film imperfetti ma con cuore come The Lords of Salem o prodotti magari più solidi ma senz’anima (come molto del cinema contemporaneo), beh non ho dubbi su dove cadrà la mia scelta.
VOTO 3,5/5
Articolo del
02/05/2013 -
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