Al compimento del tredicesimo anno di età, come ogni streghetta che si rispetti, Kiki è costretta ad abbandonare la casa dei suoi per stabilirsi in un’altra città. Qui dovrà rendersi indipendente e svolgere un anno di praticantato. Inizia dunque per la ragazza un viaggio verso il mare e alla scoperta di una nuova realtà.
Targato Studio Ghibli e firmato dal maestro Hayao Miyazaki, Kiki - Consegne a domicilio vede la luce nel 1989 come adattamento per il grande schermo dell’omonimo romanzo per ragazzi di Eiko Kadono. Da noi giunge purtroppo solo diversi anni dopo direttamente sul mercato dell’home video, in una versione leggermente adattata probabilmente per andare incontro ai gusti del pubblico occidentale. Ora il film arriva finalmente nelle nostre sale cinematografiche, con una versione aggiornata, che cerca di avvicinare più possibile l’edizione italiana al progetto originale.
Privo dell’imponenza e della singolarità di alcuni dei più rinomati lavori del regista e realizzato subito dopo il grande successo riscosso da Il mio vicino Totoro, questa pellicola rischia di essere erroneamente considerata un titolo di serie B. In realtà l’atmosfera intima della narrazione riesce comunque a racchiudere in sé i tratti distintivi e le tematiche tipiche dell’opera del cineasta nipponico, come, ad esempio, il rapporto con lo spazio aereo, in poche parole col volo, che viene declinato in situazioni differenti ma che torna costantemente nei suoi film. In groppa ad una scopa, Kiki sorvola un paesaggio tipicamente europeo e delinea il suo cammino verso l’indipendenza, punteggiato da non poche difficoltà. In questa storia di formazione Miyazaki ci mostra infatti una giovane eroina che con il suo abitino d’ordinanza nero, lascia gli affetti e la campagna natia per andarsi a scontrare con la realtà delle grandi città, fatta troppo spesso di indifferenza, pregiudizi e stigmatizzazioni. Kiki dovrà superare diversi e ostacoli e rimettersi completamente in gioco per riuscire a diventare autosufficiente e trovare il proprio posto in un mondo per lei nuovo, al contempo eccitante e ostile. Attraverso una serie di incidenti – che conducono quasi sempre ad incontri importanti – la protagonista cresce apprendendo che spesso bisogna lasciar andare qualcosa, fare dei sacrifici per poter andare avanti e cambiare, in modo tale da poter riassaporare tutte quelle piccole cose che erano state date per scontate e ritrovare sé stessi. Lo sguardo che segue le vicende di Kiki è il più realista possibile, probabilmente perché è importante che questo racconto non assuma mai dei contorni troppo fiabeschi. Kiki - consegne a domicilio non vuole essere una favola vera e propria, ma più che altro un attestato di solidarietà verso chi sta per intraprendere quello stesso cammino nel mondo reale. Ma la morale comunque c’è ed è quella di non arrendersi davanti agli impedimenti che la vita ci presenta, si tratta insomma di un invito a non abbandonare la speranza di fronte agli ostacoli, quali che essi siano.
Nonostante il ruolo importante del potere magico di Kiki e dell’uso che essa ne fa, in questo film a tratti sembra essere latitante proprio quel pizzico di magia in più a cui Miyazaki ci ha abituato, ma ancora maggiormente si avverte la mancanza di quel senso dell’onirico che spesso permea i film del regista e che sempre riesce a stupire e ad incantare. Kiki - consegne a domicilio resta comunque un bel film adatto a tutti, grazioso e completo, che riesce perfettamente nel suo intento.
VOTO: 3/5
Articolo del
06/05/2013 -
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