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L’ho visto. L’ho visto. L’ho visto. Ho visto Bill. Da tre mesi lo aspettavo e, finalmente, l’ho visto. Com’è? Come la Pietà di Michelangelo, come il bagnasciuga a luglio o il passaggio di tacco di Falcao contro la Fiorentina. Sorprendente, mozzafiato, lacerante. “Kill Bill Vol.2” è un evento a prescindere: perchè non capita mai che un film esca in due capitoli a così poca distanza uno dall’altro. E perchè dietro c’è lo stesso regista che, miracolosamente, strabilia nell’uno e nell’altro film. “Kill Bill”, il primo, ci ha fatto stare dalla parte della Sposa Uma Thurman: ne abbiamo condiviso la violenta voglia di vendetta, la gioia di ritrovarsi viva solo per trovare il prossimo avversario e ci ha fatto vivere momenti memorabili come la lotta contro gli 88 pazzi. “Kill Bill”, il secondo, è tutto il primo ma con meno ritmo e più saggezza, meno “zuppa-di-genialita” e più sentimento. Sentimento? In Tarantino? Ma sì, che lui, a pensarci bene, il cuore e l’anima ce l’ha messi anche nelle “Iene”, in “Pulp fiction” e, ancor di più, in ”Jackie Brown”. Stavolta La Sposa ha tre avversari da eliminare. E, ovviamente, l’ultimo è Bill. Nel volume 2 c’è tutto Tarantino e molto di più: perchè Quentin ci lascia anche il tempo di commuoverci. Per chi perde, commuoversi addirittura per Bill che tutto è fuorchè un sant’uomo per cui val la pena versare una lacrima ma Tarantino ci insegna, in quest’epoca in cui ci dicono di non spendere lacrime per i nemici ma solo per quelli che chiamiamo i nostri eroi, che gli eroi siamo noi, capaci di commuoverci per Bill, per l’atroce Bill. E quando la Sposa piange vedendo Bill si ritroviamo ancora tutti con lei, nelle sue lacrime e dentro i suoi singhiozzi. I duelli, lo splatter, l'ironia ci sono anche se non sono ripetitivi rispetto al primo: le sfide mortali si fanno chiusi in un container, addirittura seduti nel giardino di casa. Ma Kill Bill 2 ci regala anche la speranza, una vita migliore dopo tutto l’orrore. -------------------- Mostratelo ai talebani, mostratelo a Bin Laden, mostratelo agli aspiranti kamikaze, fatelo vedere a Baghad e a Fallujah: quel viaggio nella violenza sarà una lezione dieci, cento, mille volte più efficace di tutte le lezioni impartite invano da Bush agli integralisti islamici che non hanno mai conosciuto cosa significa vivere la vita e per questo riescono a farci del male. Finito Kill Bill 2, usciti dal cinema con il cuore straziato e felice e la testa piena di immagini ancora indimenticabili, resta il dilemma: meglio il primo o il secondo capitolo? Meglio il prossimo, Quentin, quando riuscirai a superarti e a sorprenderci ancora.
Articolo del
26/04/2004 -
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