Katniss e Peeta, vincitori degli ultimi Hunger Games sono ormai tornati al loro distretto, ma per i due ragazzi la vita come la conoscevano e come la ricordavano ormai non esiste più, e durante il tour che celebra la loro vittoria, avranno modo di rendersi conto che molto sta cambiando anche per il resto del popolo di Panem. C’è aria di sommossa nei vari distretti e Katniss sembra essere la scintilla che incendia gli animi rivoluzionari. Sentendosi minacciato, il presidente Snow decide di eliminare il problema con una speciale edizione dei Giochi, per celebrarne il 75° anniversario.
Questo secondo film della saga potrebbe essere definito in qualche modo come il fratello maggiore di quello che lo ha preceduto. Il cambio della guardia alla regia, questa volta ad opera di Francis Lawrence, segna svolta abbastanza decisa in termini di maturità stilistica. Hunger Games: la ragazza di fuoco è infatti più asciutto e snello rispetto al primo film, ed è costantemente percorso da una tensione crescente e da un ritmo montante. Per l’adattamento del secondo libro si è quindi scelto di non cristallizzarsi troppo intorno agli elementi scenici e allo sfarzo artificiale e visivo, che seppur importanti, vengono relegati al posto che gli spetta per dare più equilibrio alla storia e dare maggiore spazio ad altri aspetti. Non mancano tutta via gli effetti speciali spettacolari, ma solo dove e quando servono e per rendere più suggestive determinate atmosfere e a dare un’ulteriore sferzata ad un dinamismo già di suo molto incalzante.
Il cuore palpitante del film è l’intreccio di relazioni tra i personaggi, così come lo è il loro rapporto con il potere che da il via al materializzarsi di una rivoluzione sotto gli occhi di una Katniss inizialmente inconsapevole, ma pronta a trasformarsi definitivamente da strumento e simbolo in idolo ed eroina. Ed in questo percorso di maturazione non è solo il personaggio di Katniss a crescere, ma anche la brava e bellissima attrice che la interpreta, una Jennifer Lawrence in splendida forma che va ad incarnare il punto focale di un coloratissimo affresco dai contorni però ancora indefiniti e incompleti. Al suo fianco ritroviamo buona parte del cast che l’aveva accompagnata nella prima avventura, tra cui i due restanti vertici del triangolo amoroso in cui è coinvolta la protagonista, cioè Josh Hutcherson e Liam Hemsworth rispettivamente nei panni di Peeta Mellark e Gale Hawthorne, un sempre più mefistofelico Donald Sutherland e il mentore sgangherato, ma incredibilmente efficace, Woody Harrelson. Da sottolineare l’importante new entry, ovvero Philip Seymour Hoffman. Ma la chiave di lettura di tutto resta sempre lei, la protagonista, e la sua metamorfosi in “ghiandaia imitatrice”. Katniss è il perno attorno a cui gira la giostra del bene e del male, della realtà e della finzione. Intorno a lei tutto è pronto a distruggersi per rinascere dalle ceneri di impero che sta fagocitando sé stesso.
Purtroppo come spesso accade ai capitoli di mezzo in una trilogia, questo film ha il compito un po’ ingrato di fungere da ponte, ovvero di ricordarci dove eravamo rimasti, dare una sostenuta scossa al tutto, per gettare così le premesse per una conclusione, si spera, in grande stile. Per questa ragione potrebbe risultare un po’ meno completo del primo, ma il risultato è comunque una pellicola che nel suo genere ha qualcosa da dire e si fa apprezzare. Hunger Games: la ragazza di fuoco è un buon film di intrattenimento, un’avventurosa allegoria del buon vecchio panem et circenses.
VOTO: 3/5
Articolo del
26/11/2013 -
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