True detective è in onda dal 12 gennaio 2014. La serie è trasmessa dalla HBO, rete via cavo a pagamento, nota ormai per la realizzazione di prodotti eccellenti (I soprano, Games of Thrones etc). Ideata da Nick Pizzolato, scrittore e professore di letteratura , noto in italia per il suo “Galveston” (ottimo romanzo d’esordio edito da Mondadori) Pizzolato ha scritto tutti e otto gli episodi, di circa un ora ciascuno, che compongono la prima stagione.
E’ un abile narratore, capace di saltare con disinvoltura tra passato e presente e coinvolgere lo spettatore proiettandolo nel profondo sud americano, pieno di contraddizioni e di fascino. Sud che è la sua terra, Pizzolato è nato a New Oleans in Louisiana.
La storia ha per protagonisti due detective e si svolge seguendo due linee temporali: passato(1995) e presente(2012). Nel passato i due agenti, Martin e Rust, sono partners ed indagano su un omicidio che si rivela opera di un serial killer. Nel presente gli ex partners sono sottoposti ad interrogatorio, poichè il vecchio caso è riaperto, a causa di un nuovo omicidio con caratteristiche analoghe ai precedenti . Il contrasto è un elemento strutturale della serie. Contrasto morale: religione ( Martin) e ateismo (Rust); contrasto di ruolo, protagonisti attivi nel passato (investigatori), passivi nel presente (sottosti a interrogatorio); contrasto di spazio, spazio aperto, protagonista attraverso immagini evocative del paesaggio (passato), spazio negato, sostituito da interni claustrofobici (presente) per ricomparire, timidamente, solo verso la fine del quinto episodio.
Diretto da Cary Fukunaga con taglio esplicitamente e piacevolmente cinematografico, con particolare attenzione al paesaggio cupo e arido della Louisiana, con una chicca alla fine del quarto episodio, un fantastico piano sequenza di circa sei minuti. Ennesimo contrasto nella tecnica che si riflette sulla trama, unica azione violenta e movimentata, di tutti gli episodi. True detective è un romanzo noire di alto livello. La struttura , la regia cinematografica, la sceneggiatura particolare, insolita per una serie TV che spesso sacrifica l’originalità in favore di format tradizionali e di sicura audience.
In True detective lo scorrere lento, l’ importanza al dettaglio, al paesaggio, terzo reale protagonista, trasforma ogni episodio in un capitolo e racconta la storia con lo stesso ritmo e la stessa complessità di una pagina scritta. Pizzolato crea un romanzo, che definire poliziesco è riduttivo. La ricerca di un serial killer è il pretesto per un indagine più profonda e dolorosa , quella su se stessi, a cui sono costretti i due detective. Il paesaggio della Louisiana, protagonista cupo, riservato, diffidente, è cornice all'indagine dei poliziotti, forte presenza, che diventa forte assenza nella linea temporale odierna. Un presente claustrofobico, muto, in cui l azione è limitata a quattro mura, fino all'epilogo quando i due detective tornano ad indagare insieme. La natura ricompare, completamente diversa, primaverile, luminosa e diurna, consapevole che tutto l’orrore di cui è stata testimone, sia ormai passato e che la soluzione, la limpidezza, non sia solo una caratteristica del cielo.
Le caratterizzazioni dei personaggi sono eccellenti e gli attori che li rappresentano Martin Hart (Woody harrelson) Rust Cohle (Matthew McCounaghey) più che perfetti. Matthew McCounaghey, vincitore dell’Oscar come miglior attore in Dallas Buyers Club è superbo nell'interpretazione del giovane investigatore, dalle intuizioni geniali ma dalla personalità piuttosto complessa, con problemi di alcol e droga.
Erroneamente potrebbe far pensare al solito cliché, ma Pizzolato ha reso particolare la figura di Rust, cinico e nichilista, attribuendogli la capacità di recepire intuizioni risolutive, dalle visioni (allucinazioni) incontrollate, a cui è soggetto. Pizzolato quasi a sottolineare la natura razionale del personaggio, gli fa dire proprio a proposito delle visioni: "ho sempre saputo che erano irreali nel momento stesso in cui avvenivano".
Dopo tanti elogi una pecca che riguarda il Rust del presente. Nel presente il personaggio è un capellone alcolizzato che ha perso le allucinazioni “intuitive”. Trasformazione un pò stereotipata e sicuramente deludente di quel personaggio, cupo, borderlaine ma di grande potenzialità, dalla cui evoluzione ci si aspettava sicuramente di più. Ma forse anche questa è solo apparenza e l’epilogo sarà una sorpresa. Sebbene l’interpretazione di McCounaghey del presente, è meno brillante, viene il sospetto che sia una parte nella parte, un pò come Roger "Verbal"Kint/ Keyser Söze (I soliti sospetti). Se cosi non fosse, è un dettaglio marginale. True Detective è un prodotto di altissima qualità, probabilmente la serie Americana migliore dell’anno. E’ una serie antologica, se sarà rinnovata, avrà per ogni stagione interpreti e storie differenti, nel dubbio godiamoci la prima stagione
Articolo del
24/03/2014 -
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