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Chi gira per Milano e per Roma, in metrò e nelle stazioni, avrà sicuramente notato la massiccia pubblicità al film Van Helsing, sponsorizzato nei cinema come grande film d’horror. La redazione di Extra non ha potuto per tanto mancare all’evento. Uscita il 7 Maggio nelle nostre sale, l’opera di Stephen Sommers è il racconto di un fantomatico supereroe (Jugh Hackman), dedito al bene e spesso accusato del contrario, che si trova costretto a scontrarsi addirittura contro Dracula. La trama del film è a dir poco inconsistente, a metà fra un’opera per ragazzi e una per chi non sa davvero come passare il tempo, procede con degli escamotage di una banalità aberrante. Da Parigi si passa a Roma, da Roma alla Transylvania, in un percorso fotocopia de La leggenda degli uomini straordinari; Dracula, le sue mogli, i demoni, l’uomo lupo e gli altri mostri ci fanno più sbadigliare che altro. Non c’è suspence, non c’è una bella sceneggiatura nè la ricerca dell’originale o del particolare: Van Helsing è emblematico della consolidata idea che a un film bastino gli effetti speciali, della poca ricerca del bello, dell’artistico, del nuovo che spesso e volentieri contraddistingue il cinema odierno. Siamo rimasti attoniti nel vedere questo film, che sempre più ci ricordava quello di Stephen Norrington. Ci ha assalito la noia, il forte senso del banale e anche un sentimento di rabbia. I continui inseguimenti dei mostri, infatti, le sparatorie e i luoghi tetri sono molto lontani dal generare la consistenza di un film. Così come banali dialoghi che cercano di raccontarci di un Supereroe ferito e aggredito dalla vita, che è, nonostante ciò, in continua ricerca dello splendore dell’esistenza e del proprio io. Non si pretende di vedere sempre un capolavoro, e anche se fosse possibile non lo vorremmo: perché è giusto che il cinema sia fatto di opere di diversificati spessori; ma sarebbe corretto essere sempre certi di andare a vedere un’opera cinematografica che si possa definire tale, guardando la quale non ci venga il rimpianto di non essere andati a letto presto, molto presto.
Articolo del
17/05/2004 -
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