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Lenny Abrahamson
Frank
Commedia, Gran Bretagna/Irlanda - Durata 118’
2014
Runaway Fridge Productions/Element Pictures/Film4
di
Gabriele Toresani
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Frank, diretto dal regista Lenny Abrahamson (autore del Trainspotting irlandese Adam&Paul) sembra essere una summa di tutti gli elementi caratteristici del cinema indie: personaggi losers alla ricerca del successo, tanta musica, buoni sentimenti velati da una patina di cinismo. Anche la scelta di nascondere il viso dell’attore del momento Michael Fassbender sotto una maschera grottesca (ispirata a quella della bizzarra popstar Frank Sidebottom il cui tastierista Jon Ronson è tra gli sceneggiatori del film) calza a pennello con questo tipo di cinema oltre che essere perfetta per la campagna promozionale in stile “hipster”.
Insomma, c’era il grosso rischio di trovarsi di fronte all’ennesimo clone di Little Miss Sunshine (film che ha sdoganato totalmente l’indie al grande pubblico). Ma fortunatamente, nonostante peschi molti elementi dal genere, Frank riesce a trovare una sua autonomia. Nel raccontare l’incontro dell’impiegato aspirante musicista Jon (Domhnall Gleeson conferma di essere uno dei giovani attori più interessanti del momento) con la bizzarra band chiamata “Soronprfbs” capitanata dal misterioso Frank (un Fassbender d’applausi la cui performance verrà inevitabilmente limitata dal doppiaggio), il regista irlandese ne approfitta per fare un’interessante analisi sulle dinamiche di gruppo, sull’utilizzo dei social network, sul concetto di talento (molto riuscita la scelta di non dotare i personaggi del film di nessun travolgente talento musicale) e, infine, di raccontare una malattia mentale in maniera sentita e inedita.
Insomma tanta (troppa?) carne al fuoco che non sempre giova alla compattezza del film. In alcuni momenti si ha l’impressione che Abrahmson sia indeciso sulla strada da intraprendere ed inizialmente è difficile entrare in empatia con i suoi personaggi . Ma, nel momento in cui ci commuoviamo (e Jon con noi) durante l’esecuzione della canzone “I Love You All”, ci accorgiamo di voler bene, nonostante tutto, a Frank e ai suoi “Soronprfbs”. E che vale la pena di passare 90 minuti con loro.
Articolo del
10/11/2014 -
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