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Richard Linklater
Boyhood
Drammatico, USA - Durata: 163'
2014
IFC Productions, Detour Filmproduction, Universal Pictures
di
Erica Bruni
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Premiato con l’Orso d’argento per miglior regia al Festival di Berlino, Boyhood è uno dei più intensi racconti di formazione degli ultimi anni. Il film riprende la crescita reale dei personaggi lungo l’arco dei dodici anni durante i quali la troupe si è dovuta ritrovare periodicamente. Infatti il progetto è iniziato nel 2002, prima di School of Rock (2003) di Before Sunset- Prima del tramonto(2004) del geniale A Scanner Darkly- Un oscuro scrutare (2006) e dell’ultimo Before Midnight (2013).
Qui tutto scorre davanti ai nostri occhi, i sentimenti visibili sono concentrati sulle emozioni del quotidiano ed emergono in totale naturalezza attraverso le esperienze dei nostri protagonisti, diventando significativi nella misura in cui determinano crescita e definizione, dunque non è difficile empatizzare e immedesimarsi. Il film riflette sullo scorrere del tempo e la sua fugacità; tutto quello che conta è il semplice passare dei giorni attraverso piccoli e grandi gesti quotidiani, dove attimi di apparente banalità acquistano col passare del tempo profondità e phatos scandendo, anno dopo anno, il percorso di Mason Evans Jr e della sua famiglia. Boyhood, infatti, ha in comune il medesimo principio fondamentale della trilogia di Before, in cui il cinema cattura il tempo per metterlo in scena nel suo incessante divenire come un flusso inarrestabile e, parafrasando il dialogo finale, non siamo noi a cogliere l’attimo ma è l’attimo a coglierci ora. Ciò conferisce significato al nostro eterno presente, svelandoci naturalmente come sia necessario vivere il presente essendo consapevoli solo di questo tempo di ciò che si prova e ciò di cui si ha bisogno, perche è questa la materia prima con cui costruire la solidità e la stabilità dei giorni che verranno. Boyhood, però, si concentra sul cambiamento a differenza della trilogia romantica indie basata sul sentimento immutabile del tempo. Il passato appartiene alla nostra parte più intima ed è fondamentale nella nostra vita per crescere/cambiare perché il nostro pensiero è il risultato del tempo il prodotto di molti ieri e non c’è pensiero senza memoria.
Ad accompagnarci in questo viaggio di formazione contribuisce anche la colonna sonora rendendoci l’atmosfera di questi lunghi dodici anni: si parte con Yellow dei Coldplay per proseguire con brani come Cat Power e Beyond the horizon del grande Bob Dylan, per citarne alcuni.
Linklater con Boyhood ci colpisce nuovamente, dando vita ad un’altra operazione straordinaria, dopo aver segnato e commosso profondamente l’immaginario cinematografico degli ultimi vent’anni con la struggente trilogia romantica di Jesse e Céline.
Articolo del
01/12/2014 -
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