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Woody Allen
Magic in the Moonlight
Commedia, 98'
2014
Perdido Productions
di
Claudio Prandin
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I film di Woody Allen si sono spesso occupati di occulto e di magia: la splendida Mia Farrow ha interpretato Alice che tramite la medicina cinese diventa invisibile, mentre Scarlett Johansson risolve un caso di omicidio aiutata dal fantasma di un giornalista (Scoop); in Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni Jemma Jones interpreta Helena, un’anziana signora che abbandonata dal marito si affida ad una medium; Magic in the Moonlight tratta di un famoso mago inglese che, nonostante il suo lavoro, è un uomo saldamente ancorato alla realtà, considera “veri” solo i fatti incontrovertibili e non crede assolutamente ad una vita dopo la morte, tanto meno ai medium che asseriscono di poter parlare con i defunti. Gli viene quindi richiesto di smascherare una giovane donna che sembra possedere misteriose doti soprannaturali: il copione si snoda come una partita a scacchi in cui il solido realismo e l’etereo mondo della magia cercano di prevalere, ma in cui i continui capovolgimenti di fronte non permettono di prevedere chi possa alla fine definirsi vincitore.
Al film si assiste con un perpetuo sorriso sulle labbra perché i dialoghi sono intelligenti e serrati come non si vedeva da parecchi anni; lo scambio di battute tra il pragmatico inglese e l’affascinante ragazzina americana raggiungono i livelli delle migliori opere del regista newyorkese. Tra l’altro sono presentati con grazia e leggerezza tali che i duelli verbali sono sempre in punta di fioretto e anche nei momenti più bellicosi risultano incruenti. Divertenti ed incisive sono frasi come: “Di solito le persone per mangiare tanto, hanno bisogno dell’amore; a me basta la fame.” o “La vita forse non ha alcun senso, però ha tanta magia.”
Gli attori sono molto convincenti, sia Colin Firth perfetto nel ruolo del cinico inglese, sia la giovane Emma Stone che sostituisce Scarlett Johansonn come nuova musa di Woody Allen che l’ha già precettata per il prossimo futuro. Meritano una menzione i vestiti (la storia è ambientata nel 1928), la bellissima Alfa Romeo d’epoca, il simpatico personaggio del fidanzato della giovane medium che nonostante la sua immensa ricchezza si umilia suonando l’ukulele e la splendida scena in cui il protagonista chiacchiera amabilmente con l’anziana zia e mentre ribadisce stoicamente la sua filosofia non si accorge che in realtà la sta mettendo in discussione. Ultimamente Woody Allen aveva dato segni di stanchezza proponendo pellicole insipide e al limite del presentabile, non questa volta.
Articolo del
19/12/2014 -
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