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Damián Szifron
Storie Pazzesche
Spagna, Argentina - 115'
2014
El Deseo S.A., Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA), Kramer & Sigman Films
di
Claudio Prandin
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Come reagisce una persona normale davanti a vicende inaspettate che minacciano lo status quo e mettono a rischio la quotidianità? Queste sei storie pazzesche analizzano il percorso psicologico di persone normali costrette ad affrontare episodi banali come la rimozione di un’auto o traumi più intimi come il tradimento da parte del neo marito; sottoposti ad emozioni esasperate percepite come ingiustizie che mettono a repentaglio il normale svolgimento della propria vita i personaggi perdono il controllo esponendo un ampio catalogo di peggio umanità: rabbia, avidità, corruzione, codardia prendono il sopravvento e conducono al vero fil rouge che accomuna e spesso permea tutte le storie: la vendetta. L’escalation di approcci negativi non porta quasi mai ad un lieto fine: gli epiloghi spesso sorprendono e raramente divertono ma lasciano un amaro sorriso sulle labbra per la loro grottesca assurdità. L’intento del regista è dimostrarci che basta poco per trasformare una persona normale in un animale, per trasformarla da soggetto pensante a creatura dominata dal solo istinto che rischia di rovinare (anche definitivamente) la propria vita. Certi scenari ricordano i racconti noir di Lucarelli che trattano di situazioni assurde nelle quali ad un’azione stupida e banale seguono reazioni e controreazioni sempre più violente che portano inevitabilmente a tragiche conclusioni. Altri concetti che ciclicamente ripercorrono gli episodi sono il carcere e la negazione della libertà, il rapporto uomo/giustizia ma soprattutto i più variegati tipi di esplosioni: da quelle rabbiose, ai più concreti botti pirotecnici, ai mesti tappi di champagne.
Nonostante sia prodotto dall’iberico Pedro Almodóvar, il film è argentino; si svolge in buona parte a Buenos Aires (Bombetta, uno dei protagonisti, paga una torta in pesos) ed è ispirato dalla teatralità e dalla fantasia tipica del Sud America; i comportamenti dei personaggi risultano insensati e irrazionali ma il regista Damián Szifron è stato molto abile nel mantenerli in un alveo di credibilità e a non fargli perdere il contatto con la plausibile realtà. I titoli di testa presentano attori e lavoranti associando i loro nomi a bellissime fotografie di animali quasi ad anticipare l’identificazione dell’uomo con l’animale; o per meglio dire, con la bestia che è in lui.
Articolo del
04/01/2015 -
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