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Ridley Scott
Sopravvissuto - The Martian
Drammatico, Fantascienza - USA, 130'
2015
Twentieth Century Fox Film Corporation, 20th Century Fox
di
Claudio Prandin
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Sopravvissuto è l’ultimo film di Ridley Scott che ritorna ad uno dei suoi grandi amori: la fantascienza; la sua splendida filmografia infatti comprende l’indimenticabile “Blade Runner”, “Alien” e il più recente “Prometheus”. Narra le vicende dello scienziato-astronauta Mark Watney (interpretato da un ottimo Matt Damon) membro di una missione NASA stanziata su Marte che a causa di una improvvisa tempesta non riesce a salire sul razzo che riporta sulla Terra i suoi colleghi e viene abbandonato sul pianeta rosso; il sopravvissuto farà di tutto per non morire su quel pianeta ostile che sembra non lasciare spazio alla vita. Il paesaggio marziano secco, spoglio e dominato dai colori rosso e giallo non è il palcoscenico dell’ennesima ricerca di esistenza aliena ma diventa un ambiente in cui è la vita umana ad esser messa alla prova; e sopravvivere dipende dalle poche scorte lasciate dalla spedizione e soprattutto dalle doti del protagonista: preparazione scientifica che lo aiuta a sfruttare tutte le potenzialità della base spaziale, creatività e una tenacia che non lo abbandona mai; ma in una condizione di forzata solitudine Mark riesce a sfoggiare il suo talento migliore, l’umorismo che lo aiuta a sdrammatizzare ogni situazione senza cedere al panico o all’angoscia e ad affrontare ogni problema con decisione e un sardonico sorriso sulle labbra. Grazie a questa positività Marte perde il suo status di pianeta invivibile e si rivela un mondo tutto da scoprire.
I claustrofobici interni della base spaziale sono stati registrati nei Korda Studios di Budapest mentre le scene all’aperto nella regione del Wadi Rum in Giordania (chiamata non a caso la Valle della Luna); la pellicola, grazie ad un’ottima fotografia, presenta bellissime immagini di un territorio coerente con quello marziano e scorci di panorami splendidi e credibili; contrariamente alla maggior parte dei film di fantascienza non si fonda su strabilianti astronavi o surreali macchinari legati ad un futuro tecnologicamente avanzato ma dipinge un domani simile al presente dove la tecnologia è attuale e verosimile. Lo scopo del regista non sembra infatti quello di stupire con i soliti effetti speciali ma, come in Castaway di Zemeckis o in Into the wild di Sean Penn, di analizzare gli effetti della solitudine sulla psicologia umana.
La colonna sonora è l’altra protagonista del film: per riempire le sue giornate Mark fruga tra gli effetti personali lasciati dai suoi amici-colleghi alla ricerca di qualcosa che lo distragga e gli tenga compagnia; trova i dispositivi musicali del suo capitano che purtroppo per lui contengono solo disco dance anni ’70; all’inizio è sconfortato e arriva a confessare “Non mi vedrete mai battere il piede a tempo” ma poi viene conquistato da una musica che lo fa sentire più vicino ai suoi amici; brani come Hot Stuff, Lady Marmalade e l’appropriatissima I Will Survive, regalano attimi di comicità, ridimensionano la drammaticità e trasmettono un senso di allegra leggerezza. L’apoteosi però si raggiunge con l’intonazione della meravigliosa Starman di David Bowie a cui dovrebbero conferire la cittadinanza onoraria di Marte grazie al suo personaggio Ziggy Stardust. La musica e l’umorismo si rivelano quindi indispensabili per superare i momenti peggiori perché come ci insegna il protagonista: “in queste situazioni bisogna darsi da fare perché lo spazio non collabora”.
Articolo del
21/10/2015 -
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