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Mike Flanagan
Somnia
Horror, Thriller - USA, 97'
2016
Intrepid Pictures, Demarest Films, MICA Entertainment
di
Sarah Pompili
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Dopo aver tragicamente perso il loro unico figlio, Jessie e Mark provano la strada dell’affidamento ed accolgono amorevolmente in casa loro il piccolo Cody. Per avere solo otto anni, l’adorabile bambino ha alle spalle un passato particolare: dopo aver perso la mamma a tre anni, è stato già ospite di altre due famiglie, che stranamente si sono poi rivelate incapaci di prendersene cura. Cody è un bravo bambino, ma cela un inquietante segreto che lo terrorizza fino al punto di rifiutarsi di dormire ogni notte.
Probabilmente lo spettacolo del cinema è l’esperienza più vicina al sogno in cui l’uomo si possa immergere mentre è ancora conscio. Mistero, sogno e cinema viaggiano di pari passo fin dalla nascita di quest’ultimo. Proiezioni, nella mente o su uno schermo, la differenza forse è solo formale. Ma qui purtroppo siamo ben lontani dalla magia dei viaggi onirici di George Méliès.
In questo film “la visione” del regista Mike Flanagan sembra essere sempre fuori fuoco e non riesce proprio a convincere. Il film è inconcludente e appare costellato da momenti di indecisione sulla sua stessa natura. Troppe forzature, effetti visivi belli ma ripetitivi, una sceneggiatura a tratti leziosa e scontata accompagnata da una fotografia pretenziosa. Somnia spara alto, ma manca clamorosamente il bersaglio. L’ambizione era probabilmente quella di realizzare una tenera ma spaventosa fiaba fantastica popolata da creature mostruose e piccoli eroi, ma quello che ci viene presentato è una pellicola che non riesce né a commuovere né a spaventare, perché c’è sempre troppa carne al fuoco e la narrazione è piuttosto maldestra e mai avvincente.
Somnia potrebbe sembrare semplicemente un horror che non decolla, ma il problema principale è che c’è un evidente tentativo di trasformarlo in qualche cosa di altro, in qualcosa di più, ma sia i drammi esistenziali, sia i colpi di scena e la suspense sono sempre solo accennati, appannati, non arrivano. Somnia diventa uno strano ibrido confuso, compiaciuto e autoreferenziale, ma soprattutto non coinvolge lo spettatore.
Voto: 1 / 5
Articolo del
09/06/2016 -
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