Bad City, agglomerato suburbano fantasma in Iran, ritratto in un bianco e nero estraniante e quasi lunare, giace all’ombra sterile delle centrali elettriche e degli stabilimenti di estrazione petrolifera. Le sue stradine semi deserte sono percorse, al calar della notte, da una giovane vampira, con tanto di chador a mo’ di mantello e iconica maglia bretone.
A Girl Walks Home Alone at Night scritto e diretto dalla statunitense Ana Lily Amirpour, nata in UK, ma di origini iraniane, è, come lo ha definito la stessa autrice, uno spaghetti western con i vampiri. Il vampiro in realtà è uno solo, ed è una ragazza che, durante le sue ricognizioni notturne in cerca di sangue di cui nutrirsi, incontra un miserabile campionario di umanità locale allo sbando. Personaggi solitari, le cui esistenze squallide e prive di senso si incontrano e scontrano, senza riuscire davvero a comunicare anche quando parlano tra loro. I dialoghi poi sono rarissimi e molto brevi. A parlare sono le immagini, gli sguardi e soprattutto la musica. Quest’ultima infatti non solo riesce a caratterizzare ogni singolo personaggio con una connotazione particolare adatta al soggetto in questione, ma è essa stessa interprete prepotente della storia, come in un lunghissimo e bellissimo video clip. La colonna sonora si fa storia essa stessa e ci parla. Ci descrive coloro che man a mano osserviamo per brevi istanti nei loro piccoli anfratti, persi nei loro dolori, nel loro squallore, ognuno solo con sé stesso. I temi sfiorati da questa interessantissima opera prima sono tanti: la dipendenza, i sogni, l’incapacità di relazionarsi, la vita, la morte e l’amore. Una notevole fotografia li accarezza tutti con il suo elegante bianco e nero, mentre i suoni ci dettano la chiave di lettura, in un clima di inerzia e abbandono deliziosamente decadente. Tutto è languido e selvaggio allo stesso tempo. Soprattutto quando si tratta di lei: la Ragazza, una piccola Amélie medio orientale, sbarazzina, dispettosa, un demone, che forse è l’unica creatura che, fluttuando sul suo skate in una notte dal sapore fortemente “Jarmushano”, riesce a provare ancora sentimenti ed emozioni primordialmente autentiche. Tanto da riuscire ad innamorarsi del tipo col broncio della porta accanto. Ed è qui che A girl Walks Home Alone at Night raggiunge il suo zenit e la narrazione inizia a irradiare suggestioni potenti e pure, davvero strabilianti. Un gioco esemplare, complesso, pregevolissimo, con in sottofondo le note graffiate del vinile o metalliche di una autoradio d’epoca. A Girl Walks Home Alone at Night è un esperimento perfettamente riuscito, un film che si diverte a sfuggire sempre per un pelo a tutte le classificazioni di genere, elegante e sofisticato, forse potrebbe esserlo un po’ troppo, per una certa fascia di pubblico che, incapace di assaporarne a pieno la ricchezza e la poetica, potrebbe considerarlo lento. Non è il tipico horror indipendente sopra le righe, pronto a tutto pur di shockare. Probabilmente non è neanche un horror, ma è una storia dal fascino raro e attuale, che nonostante le palesi allusioni ed ispirazioni, rappresenta qualcosa di davvero unico sotto diversi aspetti.
Voto: 3,5/5
Articolo del
14/07/2016 -
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