Come ogni anno la kermesse torinese ha offerto un ricca selezione di opere di registi esordienti e registi già affermati. Nonostante il maltempo c’è stato un incremento del 4% di spettatori, a conferma che ormai il festival, oltre ad essere una delle vetrine più importanti a livello nazionale e internazionale di nuovi registi nel panorama soprattutto indipendente, gode di assidui e sempre più nuovi frequentatori che vanno da professionisti del settore ad un gran numero di appassionati di cinema che passano dieci giorni immersi in un programma ricco e mai deludente.
Quest’anno una rassegna del festival è stata dedicata completamente al Punk riproponendo una serie di opere dedicate a questo filone, si passa da Syd e Nancy di Alex Cox che racconta il mondo di due icone simbolo di quell’era attraverso la musica e lo spirito del tempo da parte di un autore che ama questo genere, fino ad arrivare a film cult come Suburbia, che narrano i drammi di vita di quegli anni caratterizzati da quel movimento unico rivoluzionario che ha influenzato fortemente la società e l’arte in tutte le sue forme. In più questa edizione è stata dedicata a David Bowie scomparso all’inizio di questo funesto 2016, immortalato nei poster e sui programmi della manifestazione mentre danza su una gigantesca macchina da scrivere in una scena di Absolute Beginners realizzato da Julien Temple nel 1986.
La struttura del festival è rimasta immutata e ormai da qualche anno presenta sempre le sue classiche e interessantissime sezioni: la competizione principale dedicata ai film in concorso, quella dedicata ai documentari, ai corti, Festa mobile (una delle sezioni più belle dedicate alle opere dei registi affermati e prevalentemente provenienti dai maggiori festival stranieri), After Hours ( film di genere, in prevalenza horror), la sezione Onde, dedicata alle opere fuori formato e sperimentali) Torinofilmlab, dedicati ai cineasti emergenti che hanno bisogno di sostegno e infine Cose che verranno (la seconda parte della splendida retrospettiva fantascientifica, già avviata nel 2015).
Sono molte le opere che segnano questo festival, come il bellissimo Elle di Paul Verhoeven, un thriller femminista che vede protagonista una splendida Isabelle Huppert, sempre con lei protagonista è stato presentato l’Avenir di Mia Hansen- Løve (dopo essere stato presentato a Berlino) il film è ritratto di una donna precisa, forte e autoironica che trascorre una vita normalmente agiata, ma improvvisamente viene travolta da una serie di avvenimenti che la vedono costretta a cambiare radicalmente prospettiva di vita. Questa scossa la porterà a risvegliare in lei qualcosa che aveva sopito e che le darà nuova linfa vitale di fronte ad un futuro pieno di incognite, ma che porta con sé il brivido della scoperta e di una libertà che prima le era sempre stata negata. E, a giudicare dalle opere selezionate al TFF, anche il cinema indipendente americano gode di una buona salute; ne sono un esempio la commedia drammatica (alla Cassavetes) di Rafael Palacio Illingworth, dove i protagonisti sono una coppia di trentenni che si ritrova a dover scegliere se istituzionalizzare come,da convenzione sociale, il loro rapporto o dar voce alla loro voce interiore che li mette in guardia sulla serenità del loro rapporto, i due si troveranno a scegliere il matrimonio, ma presto scoppierà una lite che li porterà ad un bivio nella loro relazione. La storia non ha nulla di nuovo, ma possiede una forza e freschezza inedita che lascia bene sperare per il futuro di questo regista. Un’altra opera che parla di legami è Porto dell’esordiente Gabe Klinger che confeziona una storia d’amore appassionata a ritmo di jazz (il produttore esecutivo, non a caso, è Jim Jarmusch).
Una delle grande anteprime è stato Sully di Clint Eastwood, che racconta il miracolo sull’ Hudson , con un magnifico Tom Hanks nei panni del protagonista e Aaron Eckhart in quella del copilota Jeff Skiles. Dalla Francia arriva anche una delle commedie più belle dell’anno, La loi de La Jungle di Antonin Peretjatko, qui veniamo immersi in un vortice travolgente di comicità screwball in cui trovano posto la demenzialità dei fratelli Zucker e di Jim Abrahamas, Jean Michel Jarre, il cannibalismo e la Guyana. E infine troviamo l’amore a cui si aggiungono attori del calibro di Mathieu Amalric, Vimala Pons e Vincent Macaigne. Sempre dalla Francia è stato presentato Rester Vertical di Alain Guiraudie (dopo essere stato già presentato a Cannes) un’opera forte e anarchica completamente fuori dagli schemi e altamente teorica che mette indubbiamente in gioco lo spettatore; splendido anche L’economie du couple, il nuovo film Joachim Lafosse, che mette in scena la dissezione di un rapporto, un mélo dei nostri giorni, impeccabile, asciutto, doloroso e straziante, interpretato da Bérénice Bejo e l’attore/regista Cédric Kahn. Dulcis in fundo, il Tff chiude con il botto con l’ultimo film di Ben Wheatley, Free Fire, che dà vita ad un thriller ad altissima tensione che ci inchioda in una sparatoria senza fine e in una successione di battute fulminanti, una sorta di Le iene di Tarantino in salsa B movie anni 70, tra i streptiotsi gunfighters: Brie Larson, Armie Hammer e Sharlto Copley.
In collaborazione con la Cineteca Nazionale di Bologna sono stati presentati i restauri di Jules e Jim di François Truffaut, Palombella Rossa (con la presenza in sala di Nanni Moretti ) e la nuova splendida copia restaurata di Intolerance di D. W. Griffith a cento anni dalla sua prima. Dopo il grande successo dell’anno scorso si è tenuta la seconda edizione della notte Horror per tutta i fan del genere è partita con la visione di Sam Was Here di Christophe Deroo, presentato come una sorta di Duel in salsa Carpenter per poi proseguire con il cult del 1985 The return of the Leaving Dead di Dan O’Bannon per poi concludere con Sadako V Kayako di Koji Shiraishi che mette in scena lo scontro tra le entità maligne di The Ring e The Grudge. Inoltre, dopo l’anteprima e il trionfo berlinese è stato proiettato A Lullaby to the Sorrowful Mistery di Lav Diaz.
Ormai Il TFF è uno dei festival più importanti a livello nazionale e internazionale che ci offre uno sguardo sul cinema che verrà con passione e vitalità. A questo punto non ci resta che segnare in agenda le date del Torino Film festival 35 che si svolgerà dal 24 novembre al 2 dicembre 2017.
I PREMI UFFICIALI
La giuria del 34esimo Torino Film Festival - composta da Ed Lachman (USA, presidente), DonMcKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru (Romania), Hadas Yaron (Israele) - ha assegnato i premi della manifestazione, proclamando miglior film Juan Zeng Zhe / The Donor di Qiwu Zang (Cina, 2016). Di seguito, tutti gli altri riconoscimenti:
Premio Speciale della giuria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000) a Los decentes di Lukas Valenta Rinner Premio per la Miglior attrice a Rebecca Hall per il film Christine di Antonio Campos Premio per il Miglior attore a Nicolas Duran per il film Jesus di Fernando Guzzoni Premio per la Miglior sceneggiatura a Juan Zeng Zhe / The Donor di Qiwu Zan Premio del pubblico a Wir Sind die Flut / We Are the Tide di Sebastian Hilger TFFDOC La Giuria di Internazionale.doc, composta da Kamal Aljafari, Ann Carolin Renninger, Gaël Teicher, assegna i seguenti premi: Miglior film per Internazionale.doc (€ 5.000) a Houses Without Doors di Avo Kaprealian Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a Attaquedi Carmit Harash ITALIANA.DOC La Giuria di Italiana.doc, composta da Eleonora Danco, Luciano Rigolini, Marcello Sannino, assegna i seguenti premi: Miglior Film per Italiana.doc (€ 5.000) a Sarodi Enrico Maria Artale Premio Speciale della giuria per Italiana.doc a Moo YadiFilippo Ticozzi Menzione speciale a A Bitter Story di Francesca Bono ITALIANA.CORTI La Giuria di Italiana.corti, composta da Colapesce, Lucia Veronesi, Matteo Zoppis, assegna i seguenti premi: Premio Chicca Richelmy per il Miglior film (€ 2.000 offerti da Associazione Chicca Richelmy) a Ex voto di Fabrizio Paterniti Martello Premio Speciale della giuria a Il futuro di Era di Luis Fulvio PREMIO FIPRESCI La Giuria del Premio Fipresci, composta da Frédéric Jaeger, Yael Shuv e Gianlorenzo Franzi, assegna il Premio per il Miglior film a Les derniers parisiens di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey PREMIO CIPPUTI La Giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Mariano Morace,Costanza Quatriglio assegna il Premio Cipputi 2016 – Miglior film sul mondo del lavoro a Lao Shi / Old Stone di
Articolo del
29/11/2016 -
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