Non era facile tradurre in un film l’epopea breve ma intensa degli Stooges, la storica band che fra il 1967 e il 1973 infiammò la scena musicale di Detroit con un solido hard rock, intriso di blues e di free jazz. Ci è riuscito il noto regista Jim Jarmusch che - dopo anni di lavoro e di ricerca sul campo - ha realizzato questo film che va ben oltre una semplice ricostruzione dei fatti e diventa una testimonianza lucida, veritiera e a tratti commovente di un’epoca che adesso non c’è più, ma ha lasciato tracce indelebili che hanno ispirato tante nuove rock band.
Jarmusch è stato di certo aiutato dal rapporto di amicizia che lo lega da tempo a James N. Osterberg, in arte Iggy Pop. Lui, l’Iguana di Detroit, non avrebbe permesso di mettere mano alla sua storia al primo regista che si sarebbe offerto di farlo. Iggy, prima di cominciare qualsiasi cosa, ha bisogno di fidarsi della persona che ha di fronte e in questo caso Jim Jarmusch ha avuto carta bianca. Entrambi originari del Michigan, i due avevano già lavorato insieme su 'Dead Man' e su 'Coffee And Cigarettes'. Inoltre Jarmusch considera da sempre gli Stooges come la sua rock band preferita e - in un modo o nell’altro - questo tributo doveva trovare una strada, doveva essere realizzato.
Presentato a Cannes la primavera scorsa, il film esce finalmente anche qui da noi il 21 e il 22 febbraio ed è destinato a suscitare la partecipazione e l’interesse anche di quanti non sono propriamente fan degli Stooges, musicalmente parlando, e ascoltano una musica diversa. Infatti 'Gimme Danger' (il titolo è tratto da una nota canzone di Iggy & The Stooges contenuta su 'Raw Power', album del 1973) è un resoconto appassionato, ricco di ritmo che alterna interviste, filmati d’epoca e rari live footage a disegni animati molto divertenti che vanno a riempire qua e là alcuni vuoti narrativi non documentabili (cosa inevitabile, considerato il periodo di riferimento).
Il film narra dell’incontro fra Iggy i fratelli Scott e Ron Asheton ad Ann Arbour, vicino Detroit, della amicizia con Dave Alexander e dell’idea di formare una band, anche se all’epoca il solo Ron Asheton avesse una certa preparazione musicale ed era già un buon chitarrista. Scott, il fratello, chiese ad Iggy (batterista degli Iguanas al Liceo) di insegnargli a suonare la batteria e cominciò a percuotere con forza dei bidoni di petrolio vuoti (una caratteristica degli Stooges era anche quella di fare ricorso a strumenti musicali non convenzionali). Dave Alexander si unì al gruppo come bassista mentre Iggy divenne il vocalist della band che inizialmente si chiamava The Dirty Shames. Solo più tardi a Ron Asheton, mentre era sotto l’effetto dell’LSD, venne in mente il nome Stooges, come un trio comico dell’epoca. Ma per differenziarsi da loro, i quattro ragazzi di Ann Arbour divennero The Psychedelic Stooges.
Il film racconta inoltre del rapporto con gli MC5, altra grande rock band di Detroit e di come Danny Fields, noto produttore musicale, mise sotto contratto discografico per l’Elektra entrambe le band. Ci sono spezzoni del Cincinnati Pop Festival e ci sono rivelazioni sul modo di comporre canzoni di Iggy: frasi brevi, concise che però andassero diritte al bersaglio, non lunghi sermoni in stile Bob Dylan! Il film possiede anche il dono di non essere una agiografia degli Stooges e racconta tutto - dall’improvvisa notorietà che arriva dopo la pubblicazione di 'The Stooges' e di 'Funhouse', dell’invito a Londra da parte di David Bowie per incidere 'Raw Power' e anche dell’autodistruzione del gruppo, che avvenne quando al fumo e agli acidi subentrò l’eroina.
Divertente il viaggio a New York, dove Iggy e gli altri Stooges entrano a contatto con la Factory di Andy Warhol e incontrano i Velvet Underground di Lou Reed e di John Cale, che poi produrrà 'Funhouse'. Nico, la vocalist, del gruppo, reduce dalla fine della relazione con Lou Reed , entra in contatto ravvicinato con l’Iguana, si trasferisce ad Ann Arbour e va a vivere per un certo periodo con gli Stooges. Un vero dramma familiare, perché fra le prerogative dei quattro Stooges (che vivevano in comunità e dividevano tutto) c’era quella che “nessuna donna avrebbe mai messo piede in casa”!
Non posso raccontarvi l’intero film, ci sono altre cose da sottolineare, su tutte il finale quando Iggy prende le distanze da qualsiasi etichetta musicale (punk, alternative rock) e rivendica agli Stooges il merito di “aver spazzato via la musica degli anni Sessanta!”
Articolo del
17/02/2017 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|