Tempo fa Stan Lee, il “Sorridente”, creatore e uomo-immagine della Marvel, dispensatore di innumerevoli cameo hitchcockiani in altrettanti innumerevoli film di supereroi, intervistato su quale fosse il suo Marvel-movie preferito, rispose «Guardiani della Galassia!»
E’ significativo riflettere su questo: non solo stiamo parlando, per una volta, di personaggi non creati da lui (sono piuttosto note le manie divistiche e autoreferenziali di Lee), ma probabilmente parliamo anche di figure “minori” della scuderia newyorchese, di cui forse nemmeno il buon Stan aveva memoria. Eppure il film uscito tre anni fa fu un fulmine a ciel sereno di delizie visive, dialoghi impertinenti, e un cuore grande così nascosto dietro la CGI… e contese nel petto di molti il titolo di miglior film della Casa delle Idee.
James Gunn, già autore del negletto gioiellino violento e grottesco Super, è oggi di nuovo al timone di Guardiani della Galassia Vol. 2, e come è di prassi per i sequel, la lente della macchina da presa si allarga, per inquadrare nuove, sconosciute porzioni del Cosmo… dei personaggi. Il secondo episodio è decisamente più lungo del primo (e l’insopportabile routine dei post-credits raggiunge livelli mai visti), scava nel passato e negli irrisolti traumi familiari dei nostri beniamini, salando con qualche lacrimuccia la fresca dolcezza di questi losers tutti da coccolare (e intendo davvero tutti, dal baby albero alla cyber-assassina blu).
I Guardiani hanno segnato, e segnano ancora con questa nuova iterazione, un passo estetico ed emozionale importante del cine-universo Marvel: lo stupefacente tripudio di colorata diversità delle infinite razze che popolano l’Universo rispecchia le infinite nuances emozionali dei mille personaggi e delle loro esperienze, ma in una direzione inedita rispetto alle altre, ben più note space operas… Se in Star Trek il tema della varietà, pur celebrata, deve soccombere alle urgenze dei missionari della scienza e del neo-umanesimo, e in Star Wars i variegati personaggi sono comparse schiacciate in un enorme affresco tragico e mitologico di eroi e fatalità, nei Guardiani i reietti galattici sono più “umani” che mai… e si renderanno conto, come il loro leader Star Lord, che la famiglia (immancabilmente disfunzionale) esula dal tipo di liquido che ti scorre dentro.
E sempre in tema affettivo/nostalgico, Gunn colpisce il jackpot: tanto cinema hollywoodiano odierno pare muoversi senza ritegno sul filo dei “bei tempi andati”, ma Gunn sa solleticare, con un equilibrio e una sobrietà invidiabili, gli occhi dello spettatore con i sovrani del vintage Kurt Russell, Sylvester Stallone e David Hasselhoff (!), e le orecchie con la solita/solida compilation di pop/soul anni ’70… e ora sappiamo bene che (ah, la potenza del cinema) non potremo più ascoltare quella musica allo stesso modo, ci ritroveremo a sognare di astronavi, alieni, galassie…
VOTO: 4 / 5
Articolo del
26/04/2017 -
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