Prodotta da Robert Redford, Jack White e T Bone Burnett, American Epic è il documentario presentato al Sundance Film Festival 2017 e diretto da Bernard MacMahon, suddiviso in quattro parti (tre episodi, più un film interamente musicale intitolato The American Epic Sessions) che ricostruisce in maniera dettagliata e puntuale la nascita e lo sviluppo della musica registrata, quindi della moderna industria del disco.
L’industria musicale è in crisi. Con un clic, chiunque può ascoltare la musica quando vuole, gratuitamente. Perché qualcuno dovrebbe spendere ancora soldi sulla musica? Sembra l'inizio del terzo millennio, vero? E invece è il 1925, la rete radiofonica da anni attraversa gli Stati Uniti con trasmissioni in diretta dalle grandi sale da ballo che possono essere ascoltate da Seattle a Miami. Inizia cosi la prima delle puntate di American Epic, con uno dei passaggi più importanti nella storia dell'industria musicale: l’arrivo delle prime registrazioni discografiche . L’idea nasce dalla Victor e la Okeh Records che hanno posto le basi per la nascita della musica popolare negli Stati Uniti.
I primi imprenditori discografici volevano arrivare con le loro registrazioni a tutti coloro, soprattutto nel profondo sud americano, che non avevano la possibilità di ascoltare la radio o non erano raggiunti dalla rete elettrica. Cosi, con i vecchi grammofoni, anche una nuova fascia di ascoltatori poteva ascoltare i primi bluesmen del Mississippi. Fu poi Ralph Peer, manager della Victor Records, ad iniziare le prime attività di scouting registrando il jodelling frenetico di Jimmie Rodgers e la Carter Family, mentre i concorrenti della Paramount mettevano sotto contratto Blind Lemon Jefferson, Big Bill Broonzy e Charley Patton, assicurandosene le registrazioni in esclusiva.
La serie curata da Bernard MacMahon e Allison McGourty, in onda in anteprima mondiale televisiva dal 16 maggio sulla rete americana Pbs e quella britannica Bbc mostra anche come l'industria discografica ha contributo socialmente e culturalmente a cambiare il volto degli Stati Uniti creando nella sua prima fase embrionale un interesse per le radici rurali nella musica urbana.
Mentre le prime tre puntate di American Epic sono dedicate a ricostruzioni storiche attraverso immagini d’archivio e testimonianze, nella quarta puntata T-Bone Burnett e Jack White sono i protagonisti di un viaggio nel tempo attraverso i suoni e le canzoni di quell’epoca, accompagnati da Taj Mahal, Willie Nelson e i Los Lobos. Grazie al lavoro di Nick Bergh, che ha ricostruito gli originali amplificatori Western Electric , White e Burnett possono ritornare agli albori delle prime rudimentali registrazioni riutilizzando con le tecniche del 1925.
Un esperimento che viene poi messo a confronto con le moderne tecniche di registrazione digitale per capire cosa ci siamo persi e cosa abbiamo acquistato in termini di qualità del suono nel passaggio tra le due ere. E’ una sfida che parte però da un semplice presupposto: nei grandi successi discografici, dietro ogni soluzione tecnica o scientifica, ci deve sempre stare un grande musicista.
I quattro capitoli audiovisivi di American Epic (The Big Bang; Blood & Soil; Out of the Many, the One; The American Epic Sessions) e il Cd che li accompagna (un box set con oltre 100 canzoni) rappresentano un’opera multimediale straordinaria e definitiva sulla nascita della popular music, e, inoltre, formano un mosaico indispensabile per comprendere la profonda trasformazione culturale avvenuta in quegli anni negli Stati Uniti. Dal 16 maggio, il film sarà disponibile sul mercato anche in formato Dvd e Blu-ray
Articolo del
22/05/2017 -
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