Esce finalmente anche in Italia su dvd il film-documentario basato sul saggio “Restar Vivant” (Restare Vivi, 1990) di Michel Houellebecq, lo scrittore francese noto per essere stato l’autore de “Le Particelle Elementari” e “La Possibilità di Un’Isola”.
Proprio da quest’ultimo racconto Iggy Pop trasse spunto per “Preliminaires”, il suo album solo del 2009 e adesso i due si ritrovano ancora una volta insieme sul set di questo film di nicchia, decadente ed esistenzialista quanto si vuole, ma anche ricco di spunti filosofici sul rapporto fra l’arte e la sofferenza, fra la poesia e il dolore.
Iggy rilegge con grande intensità brani da “Restare Vivi” e pone domande allo spettatore con quella sua espressione a metà fra il disincanto e l’ironia, mentre Houellebecq si ritaglia un ruolo come Vincent all’interno del cast. Il film è stata presentato al pubblico per la prima volta al Biografilm del 2017 ed ha vinto quella rassegna.
Si tratta di una pellicola controcorrente che mette in primo piano i volti e le storie di una serie di “outcast” che vivono ai margini di una società che li respinge in continuazione, che coltiva falsi miti e che li considera come dei perdenti. Il film si sofferma sulla malattia mentale e sulla poesia, sul ruolo dell’artista nella società e indaga con delicatezza su quei momenti di verità che pure contiene quella che noi ci ostiniamo a chiamare follia. Esiste ancora una minima possibilità a cui aggrapparci per salvarci la vita? E se va tutto male, ha un senso il suicidio? No, non ha alcun significato.
Bisogna andare avanti, “restare vivi” ad ogni costo, tirare fuori dall’anima il nostro vissuto, la nostra verità, che si trasforma in poesia. “E’ proprio quando ci si avvicina alla verità che aumenta la solitudine” legge Iggy nelle ultime sequenze del film “Sarebbe bello poter tornare indietro, ma è troppo tardi. Andate avanti, senza paura, il peggio è passato. La vita continuerà a farvi male ma voi - dal vostro personale punto di vista - non avete più nulla a che fare con la vita. Ricordatevi che siete già morti e avete davanti a voi soltanto l’eternità”.
Iggy ha vissuto di persona, nei primi anni Settanta, i momenti di autolesionismo e di estremo disagio (terminati con il ricovero in un ospedale psichiatrico) di cui tratta il film e non compaiono a caso le note di “Open Up And Bleed”, una vecchia canzone di Iggy & The Stooges. Non ci resta che articolare il dolore per poter sopravvivere. Dobbiamo cercare qualcosa di utile anche dentro una sofferenza, se non vogliamo essere inghiottiti dal nulla.
“Restare Vivi: Un Metodo” non è un film per tutti. Siamo di fronte a una pellicola complessa che racconta realtà legate alla malattia mentale, alla sofferenza, con una sincerità disarmante e senza divagazioni. La scena di Iggy in vestaglia che - sdraiato sui gradini di casa - canta “I Want To Go To The Beach” a cappella, senza accompagnamento musicale, è un piccolo capolavoro all’interno di un film scarno ed essenziale, ma talmente vero da suscitare vera commozione .
Articolo del
28/11/2017 -
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