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Carlo Mazzacurati
L’amore ritrovato
2004
Medusa
di
Manuela Cacciotto
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Stefano Accorsi, sempre più acclamato dal pubblico e dai registi, ci dona con L’amore ritrovato una delle sue peggiori interpretazioni, assieme a Maya Sansa, deludente dopo la bella prova di Buongiorno Notte. L’amore ritrovato è una storia passata con caratteristiche, ingiustificate e per tanto anacronistiche, dei nostri giorni: Giovanni, impiegato di Banca, rincontra dopo tanti anni Maria, un amore di un pomeriggio di gioventù. Sullo sfondo, solo nominale, del fascismo italiano, Giovanni e Maria danno vita ad una relazione clandestina e inverosimile che non convince. Il loro amore tutto sensuale e fisico ha le pretese di un amore profondo e vero, ma è senza spessore e poco credibile; gli inopportuni sorrisi della Sansa, le facce inebetite di Accorsi non riempiono certo una scena concentrata in tutto e per tutto sulla loro storia d’amore. Liberamente ispirato al romanzo di Carlo Cassola, Una relazione, il film di Mazzacurati è mieloso e lento. Giovanni e Maria rimangono per tutto il lungometraggio uguali alla loro fisionomia iniziale: cioè piatti; tutto il mondo esterno al loro talamo è tagliato fuori ed è un’assenza di cui si risente; chi è la moglie che Giovanni tradisce? che persona è il padre di Maria che ricatta l’amante della figlia? chi sono Maria e Giovanni e perché sono così ossessionati l’uno dall’altra, legati in una relazione in cui prevale più il morboso che l’amore? Tutto è dubbio ne L’amore ritrovato ed è lasciato alle eventuali supposizioni degli spettatori. La buona fotografia e i costumi non bastano a riempire il vuoto di un’opera incentrata sulla trama, una trama inesistente.
Articolo del
29/10/2004 -
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