Il regista Gianni Zanasi, dopo i film Non pensarci e La felicità è un sistema complesso, rispettivamente usciti nel 2007 e nel 2015, ritorna alla regia con Troppa grazia, presentato all’ultimo Festival di Cannes nella Quinzaine des realisateurs.
Con questa pellicola è avvenuta la conferma del talento del direttore artistico che sembra aver centrato l’obiettivo con una storia irriverente che supera i luoghi comuni e narra di una realtà intensa fitta di sentieri insidiosi ed interessanti.
Troppa Grazia è un film bizzarro, eccentrico e non può essere definito solo una commedia considerando gli spunti tematici che offre a chi lo sta guardando. Oltre alla sfera religiosa, affrontata di traverso con un sottilissimo sarcasmo, c’è spazio anche per l’amore, la relazione sentimentale tormentata tra un uomo e una donna, il rapporto difficile tra genitori e figli e il mondo del lavoro insoddisfacente e precario; insomma diversi quadri che puntano a raccontare questioni personali e sociali che sono frequenti nella vita di tutti i giorni.
La trama racconta la storia di una semplice e giovane geometra Lucia (Alba Rohrwacher) che un giorno incontra improvvisamente la Madonna (Hadas Yaron). Oltre a questo bizzarro colloquio che sconvolge la protagonista fin da subito, Lucia deve fare i conti con altri problemi: il rapporto appena concluso con l’ex fidanzato Arturo (Elio Germano) e i primi litigi con la figlia Rosa (Rosa Vannucci). Sono le relazioni umane, per fortuna però, a rendere la vita di Lucia interessante e a tratti intensa perché sennò lei rappresenterebbe solo una donna single sfinita dal lavoro, sommersa da mille carte e progetti che non ha tempo né per se stessa né per gli altri.
Come accade solitamente ad un certo punto della narrazione c’è un intoppo, infatti Lucia dovrà presto fare i conti con un progetto di lavoro infido: un rilevamento catastale su un terreno non del tutto a norma; questo progetto, che prevede la costruzione di una grande opera architettonica, glielo ha commissionato un vecchio amico Paolo (Giuseppe Battiston). La geometra, a questo punto della storia, è combattuta, da una parte non vuole deludere le aspettative del suo datore di lavoro dall’altra però la Madonna che, continua a perseguitarla ovunque lei vada, vuole a tutti i costi che la giovane rinunci a questo incarico e costringa tutto lo staff ad abolire il progetto perché quel terreno deve restare assolutamente intatto.
È chiaro che questo film dà all’attrice Alba Rohrwacher la possibilità di esprimersi in tutte le sue sfaccettature mentre non tutti gli altri personaggi sono messi del tutto a fuoco durante la narrazione. L’obiettivo è stupire parlando di un argomento non semplice: sentirsi religiosi oggi. A tratti non mancheranno le risate perché la trama è da subito particolare ed eccentrica e la sceneggiatura, brillante e sorprendente, lascia spazio alla riflessione.
È un progetto spericolato e coraggioso che alla fine lascia lo spettatore con un quesito: come andrà avanti adesso la vita di Lucia? Quali nuove avventure dovrà affrontare? Riuscirà mai a raggiungere un suo equilibrio spirituale e una stabile felicità? Non si tratta di una serie tv ma di un film tuttavia sarebbe interessante pensare ad una continuazione di questa storia e chissà che non sia, ancora una volta, sorprendente
Articolo del
28/11/2018 -
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