Lunedì 20 luglio è stata presentata presso il The Space Cinema Moderno a Roma la manifestazione intitolata Right Now un evento speciale curato dalla FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) insieme all’AFI (Associazione Fonografici Italiani). “La pirateria e l’antipirateria hanno sempre interessato la musica e l’audiovisivo una piaga che ha visto negli ultimi anni il fenomeno ridimensionarsi a livello mondiale” ha puntualizzato nel corso del suo intervento il presidente dell’AFI Sergio Cerruti dopo che il Segretario Generale della FAPAV Federico Bagnoli Rossi ha posto l’accento sull’imporatanza di combattere con una legge anti-pirateria questo fenomeno così dannoso per il settore dell’audioviso e in generale per il paese.
Allo scoccare delle 20:00 minuto più minuto meno viene proiettato, in lingua originale, l’atteso biopic “Elvis” di Baz Luhrmann (Moulin Rouge, Romeo e Giulietta e Il grande Gatsby). La pellicola, distribuita dalla Warner Bros, è stata presentata in anteprima al Festival di Cannes 2022 ed è fruibile nelle sale dal 22 giugno.
Elvis Presley è stato l’icona delle icone, il mito di un’intera generazione, l’ispirazione di molti grandi del rock e, last but not least, il re indiscusso del rock ’n’ roll. La vita dell’uomo Elvis Aaron Presley (1935-1977) è stata complessa sin dalla nascita con la morte del gemello Jesse Garon. Successivamente il ragazzo prodigio ha dovuto fare i conti con un esordio incredibile ma anche con la perdita della madre alla quale era molto legato, il servizio militare in Germania, il matrimonio con Priscilla, la carriera cinematografica, il comeback speciale del 1968 e infine gli anni del tramonto e il triste addio.
Il regista Luhrmann che ha diretto, co-scritto e co-prodotto il film, la cui durata è di quasi tre ore, tocca alcuni momenti importanti della carriera artistica del cantante di Memphis ma ne tralascia ahimè molti altri. Al centro il rapporto di amore-odio tra Elvis Presley interpretato dal coraggioso Austin Butler e il colonnello Parker (il ruolo è affidato a Tom Hanks) che è anche il narratore della storia. Lo spettacolo che copre un arco temporale di oltre vent’anni, dall’ascesa dell’artista alla sua celebrità senza precedenti, con sullo sfondo l’evoluzione culturale americana, si perde un po’ tra sbalzi temporali confusionari e una velocità di montaggio davvero supersonica.
La parabola di Elvis Presley è simile a quella di tanti altri baciati dal successo, ma incapaci di gestirlo. A ucciderlo, complice l’abuso di farmaci, è stata la perdita della popolarità che tanto rapidamente lo ha abbracciato quanto rapidamente abbandonato.
Dagli abiti eleganti ma kitsch ai capelli neri sempre impeccabili, dalle movenze sexy (Elvis the Pelvis) che farebbero ondeggiare anche la ragazza timida dell’ultima fila di una immensa platea alla cosidetta Elvismania, dalla Graceland – la residenza del King aperta al pubblico nel 1982 e ogni anno meta di pellegrinaggio dei fan di tutto il mondo – sino alla diffusione del mito luccicante del rock’n’roll di cui Elvis è stato il principale fautore. Tanto è raccontato nel film “Elvis”, i cliché biografici sono caramelle succose da inghiottire una dopo l’altra, manciate di lustrini disegnano il meglio della superstar originaria di Tupelo ma è lecito domandarsi dove è finita l’interiorità di Elvis Presley?.
La vita privata, le lotte personali, il tracollo emotivo e ancora la cultura nera americana, l’intensa attrazione per la musica gospel e la perdita delle icone americane (Martin Luther King e Robert F. Kennedy) sono episodi che galleggiano qua e là ma non vengano sviluppati abbastanza. “Elvis” si concentra molto di più sulla questione degli affari – nella trama è finalmente spiegato il motivo per cui Presley non è mai stato in tournée all’estero – e sull’intrattenimento. Sebbene ci siano performance sonore d’impatto – Austin Butler canta davvero e in diversi punti la sua voce si fonde con quella originale dell’artista – Baz Luhrmann si è concentrato di più sulla figura dell’antagonista Tom Parker ma soprattutto era fiero di proporre al pubblico uno show epico ma anche patinato, mieloso e sorattutto sopra le righe.
Alcuni dei momenti migliori vedono la star interagire con le sue più grandi influenze come ad esempio Little Richard che performa il celebre brano “Tutti Frutti” in uno squallido bar. Toccante anche il pezzo finale con un’esibizione reale di Presley, ormai quarantaduenne e in sovrappeso, registrata poco prima della sua morte. La scena trasuda tristezza ma anche ammirazione.
Elvis è stato un grande musicista, un abile songwriter ed un talentuoso interprete. E’ stato anche il primo ad assimilare le modalità espressive del gospel nero traducendole in un suono black & white rivoluzionario e caotico, il cosidetto rock ‘n‘ roll. Love Me Tender, Heartbreak Hotel, Hound Dog, Blue Suede Shoes, Jailhouse Rock, Can’t Help Falling In Love, Baby Let's Play House, That's All Right (Mama)… sono e saranno per sempre coriandoli d’oro ancora in volo così terribilmente difficili da raggiungere
Articolo del
24/06/2022 -
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